Ilenia Salaro morta a 35 anni dopo aver preso il Covid, la famiglia: «Diteci cosa è successo, lo dobbiamo ai suoi figli»

La tragedia a Latina: la donna si è ammalata sotto le feste natalizie, poi il peggioramento, il giro degli ospedali e la morte

Ilenia Salaro morta a 35 anni dopo aver preso il Covid, la famiglia: «Diteci cosa è successo, lo dobbiamo ai suoi figli»
di Monica Forlivesi
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Lunedì 22 Gennaio 2024, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 08:25

LATINA - Il giorno dopo è quello più difficile, una vita da ricostruire senza Ilenia. È quello che si respira a casa della giovane mamma morta a 35 anni per una causa che non ha ancora un nome. Ilenia Salaro era piena di vita e di energia, si era costruita addosso un lavoro che adorava, fin da giovanissima, un allevamento di alpaca a Cisterna, con la fattoria didattica e la colonia estiva nella terra dei genitori, un amore che condivideva insieme alla sorella Arianna. Foto di alpaca, le loro pance dipinte in attesa dei bambini, scolaresche che invadevano i terreni della fattoria a Cisterna, progetti e sorrisi. «Praces Salaro - raccontava Ilenia orgogliosa - è la prima fattoria didattica nel Lazio ad aver promosso percorsi didattici sulla lavorazione della fibra». Era la sua "Via della lana", il titolo di uno dei percorsi didattici che proponeva ai bimbi in visita. Già, i bambini, Ilenia Salaro si circondava di natura, animali e bambini, e poi c'erano i suoi di bambini, Beatrice che ha cinque anni e Leonardo che è appena nato, di mesi ne ha solo quattro. C'è una foto di Ilenia che aveva da poco scoperto di essere in attesa, i fatidici tre mesi, che lo annunciava con un alpaca a baciarle idealmente il grembo.

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I TIMORI

«Non posso cedere - dice Vittoria Bruscagin, la suocera di Ilenia, la mamma di Roberto Fighera - l'ho promesso a mio figlio, dobbiamo pensare a lui e ai bambini, insieme alla famiglia di mia nuora, ma il dolore è lacerante e le domande tante. Nulla ci ridarà Ilenia, ma dobbiamo sapere cosa è successo, prima di tutto se è stato qualcosa di genetico, perché ci sono Beatrice e Leonardo dei quali dobbiamo prenderci cura». Vittoria Bruscagin ripercorre le tappe di un calvario iniziato alla fine dell'anno: prima delle feste gran parte della famiglia contrae il Covid, anche Ilenia, ma Natale sono tutti negativi, festeggiano felici, con i bimbi piccoli e la gioia del nuovo nato.

Poi le vertigini, l'ambulanza chiamata alle due di notte e ripartita senza la donna, sembrava un fastidio banale, forse acufeni. «Due giorni dopo - ricorda l'ex consigliera comunale - ho visto che era ancora a letto, non era da lei, abbiamo chiamato di nuovo l'ambulanza, l'hanno portata al Goretti in codice rosso, in Terapia intensiva».

 

LA RICOSTRUZIONE

Braccia e gambe paralizzate prima, il cuore affaticato poi, una prima ripresa e il trasferimento in Ematologia, esclusa la leucemia con il prelievo del midollo un nuovo peggioramento e il trasferimento a Tor Vergata. «Sembrava stesse meglio - racconta la suocera - invece dopo due giorni hanno detto a mio figlio che il cuore era di nuovo affaticato, l'hanno operata ma nella stessa giornata l'hanno trasferita al San Camillo, appena arrivata hanno tentato di rianimarla, ma non ce l'ha fatta... non sappiamo perché l'abbiano trasferita subito dopo l'intervento, vogliamo capire cosa è successo, anche e soprattutto per i bambini». È il dramma di due famiglie unite nell'amore per Ilenia e i suoi bimbi, nel sostegno a Roberto, agente della Polizia locale di Latina al quale questa malattia che non ha ancora un nome ha portato via la compagna della vita, si erano conosciuti nel 2013, da allora non si erano più separati. Venerdì l'autopsia, sabato i funerali, e ora l'attesa di una riposta. La famiglia ha incaricato come perito di parte Luisa Regimenti, presidente dell'Associazione nazionale medici legali che ha seguito gli esami eseguiti venerdì scorso e gli accertamenti futuri per fornire un quadro chiaro alla famiglia.
Resta il dolore, ma anche l'eredità di Ilenia. «La mia metà precisa non c'è più - scrive la sorella Arianna - ma ci hai lasciato quello che più ti era caro, i tuoi bambini. Ricordatevi sempre di lei, con quel sorriso contagioso».

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