Latina, il Consiglio di Stato dà il via libera a sette nuove farmacie

Latina, il Consiglio di Stato dà il via libera a sette nuove farmacie
di Marco Cusumano
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Mercoledì 22 Marzo 2017, 09:51 - Ultimo aggiornamento: 09:59
Il Comune di Latina vince la battaglia davanti al Consiglio di Stato e incassa il via libera per l'apertura delle nuove sette farmacie nel capoluogo. Il contenzioso giudiziario si trascina da anni, esattamente dal 2012 quando il Comune pubblicò il piano delle nuove sedi che fu subito impugnato da alcuni titolari di farmacie già attive che ottennero la sospensione dal Tar, sostenendo che le nuove farmacie previste erano troppo vicine a quelle esistenti. La vittoria davanti al Tar è stata ora ribaltata, in via definitiva, dal Consiglio di Stato che ha dato ragione al Comune: la decisione sulle sedi è competenza della Giunta comunale e la dislocazione stabilita è legittima.

Le motivazioni
I giudici della terza sezione (presidente Balucani, estensore Atzeni) hanno stabilito che la competenza del Consiglio comunale (invocata dalle farmacie esistenti) è relativa alla «programmazione della vita politico-amministrativa dell'ente con elevato contenuto di indirizzo politico, mentre spettano alla Giunta tutti gli atti rientranti nelle funzioni di governo aventi contenuto esecutivo». Questo secondo caso, secondo i giudici, è da individuare nell'ambito delle nuove sedi di farmacie. Bocciata anche la contestazione della pianta organica per l'equa distribuzione delle sedi e l'intervento della Regione (anch'essa costituitasi in giudizio) per indicare la sede numero 7 che il Comune non aveva identificato.

Ecco dove apriranno
Ora la questione giudiziaria è chiusa, tornano in vigore le sedi individuate nel 2012: zona Q5, centro Morbella, via Aspromonte, via Virgilio, borgo Piave, Pantanaccio e due sedi a Latina Scalo. I ricorrenti, che vinsero nel 2013 davanti al Tar, sono i titolari delle farmacie Morbella, Salvagni, Virgolino e Petrosino (San Luca). «Riteniamo - commentano - che il verdetto danneggerà i cittadini, dislocando le nuove sedi in zone già coperte e lasciando, invece, altre zone senza nessuna farmacia». I titolari affidarono una perizia all'ingegnere Salvatore Pannunzio per dimostrare che nel piano non sono applicati i criteri previsti dalla normativa e dallo spirito del decreto legge nazionale. Secondo loro le sedi andavano sistemate in alcuni borghi scoperti, in particolare Bainsizza, e nelle zone nord ed est di Latina, dove c'è stato un maggior sviluppo demografico.
Marco Cusumano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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