Funerali di Di Fazio, il sacerdote interrompe l'elogio funebre: doveva essere letto in forma censurata

Il funerale di Benito Di Fazio
di Barbara Savodini
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Martedì 27 Settembre 2016, 11:50
SPERLONGA - Era il giorno dell’ultimo saluto a Benito Di Fazio ieri a Sperlonga. Centinaia le persone arrivate da tutta la regione per dire addio all’uomo che, più di ogni altro in città, ha fatto della legalità una missione di vita da perseguire nonostante tutto e tutti. C’erano consiglieri, membri e presidenti di diverse associazioni tra cui la Caponnetto, politici, magistrati, centinaia di amici e, naturalmente, i parenti per i quali “Ben”, come lo chiamavano le persone che gli erano più vicine, era prima di tutto un padre, un nonno e il patriarca di una bellissima famiglia. Così lo hanno ricordato sia Don Gaetano Manzo, durante l’omelia che, in un addio fiume, Nicola Reale, ex consigliere nonché amico fraterno di Di Fazio. Ed è stata proprio la lettura di un sentito, poetico e commovente elogio funebre a indispettire il parroco che ha così fatto finire nel peggiore dei modi la funzione, fino a quel momento sobria e composta.

«Hai fatto della legalità una missione da compiere per il tuo paese tra i tuoi concittadini. – ha letto Reale con la voce a tratti spezzata dalle lacrime – Avevi la fibra del combattente, uno di quei combattenti che si incontrano solo nelle fiabe e tu hai trasformato la fiaba in realtà». Lo stesso ha poi ricordato l’ingresso di Di Fazio in politica alla veneranda età di 70 anni e di come avesse portato l’onestà e il suo modo di essere, che avevano già segnato positivamente gli affetti familiari, la vita professionale e l’attività nel mondo della scuola come professore, anche nella politica. “Hai sradicato il tuo paese dalla cultura politica medievale per portarlo nell’era della modernità – ha proseguito Reale – perché volevi una città dove la diversità di pensiero fosse il sale della democrazia e hai continuato a lottare per questo fino all’ultimo giorno di vita”. Nel racconto delle numerose battaglie, Reale non ha trascurato l’atto intimidatorio che, solo pochi mesi prima, aveva interessato Di Fazio, ingiuriato con delle scritte dipinte a caratteri cubitali sulla facciata della sua abitazione, facendo riferimento alla “mentalità mafiosa” che il suo compianto amico nonché ex consigliere si prometteva di sconfiggere.

Quel “mentalità mafiosa” era però tutto ciò che il parroco Don Gaetano Manzo non avrebbe mai voluto sentire nella sua Chiesa, come del resto aveva precisato dopo aver preteso di leggere anticipatamente l’elogio funebre. Mentre figli, nipoti, amici e conoscenti, che avevano affidato a Reale il compito di ricordare a nome di tutti il caro scomparso a causa di un drammatico incidente domestico, non riuscivano a trattenere le lacrime per le bellissime e profondissime parole spese, il parroco ha interrotto il minuto di silenzio per riprendere l’ex consigliere. «Questi non erano i patti»  si è lamentato Don Gaetano Manzo, fuori di sé perché la lettera era stata recitata integralmente nonostante lui l’avesse proibito. Una ramanzina durata  diversi minuti prima della benedizione del feretro, interrotta solo dai fischi e da un coro di «buu». Decine le persone che hanno quindi deciso di abbandonare la chiesa per protesta, accusando il parroco di essere colluso con il sistema contro il quale Di Fazio ha combattuto tutta la vita. Indignati i familiari i quali, oltre ogni politica e polemica, volevano solo dire addio, in libertà, ad un caro scomparso.
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