Latina, la corsa di Pescuma, candidato sindaco: «Per me la politica non è un mestiere, ma un servizio»

Luigi Pescuma
di Andrea Apruzzese
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Giovedì 4 Febbraio 2016, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 11:31
LATINA - Corre da solo, perché «mi sono confrontato con tutti, ma senza trovare seri riscontri», con una propria lista «composta in maggioranza di donne, di tanti giovani che credono nella politica come servizio e di persone più esperte». Luigi Pescuma si candida a sindaco con il proprio Movimento per Latina - Per una politica del dare, che è «equidistante da tutti, centrodestra, centrosinistra o Cirilli». 56 anni, Pescuma arriva dal movimento L'altra faccia della politica di Fabrizio Cirilli, e non lo nasconde. In platea, ad ascoltarlo, nella presentazione di ieri, c'è anche un ex consigliere comunale di quel movimento, Maurizio Scalia. Pescuma, nell'ultima consiliatura guidata da Giovanni Di Giorgi, giunse anche a un passo da una delega esterna alla Sicurezza che il primo cittadino gli assegnò, «ma senza ufficializzarmi mai davanti al Prefetto o al Questore», si rammarica, ribadendo che lui, di sicurezza, se ne intende, visti gli anni in Polizia, prima alla Mobile e poi alle Volanti della Questura di Latina e infine come docente alla scuola di Nettuno. Laureato in Giurisprudenza, è oggi avvocato. «Per me la politica non è un mestiere ma un servizio, l'amministrazione deve essere tesa al bene comune, e il Comune deve essere una casa di vetro», esordisce di fronte alla sua platea. «È solo dopo che abbiamo chiarito questo concetto di servizio, che possiamo anche parlare di ztl, di Marina, di rifiuti». Sono 20 i punti cardine del programma, che parte dalla situazione economica di piazza del Popolo, ma prosegue con la Marina, in particolare con il suo cavallo di battaglia, «gli stabilimenti balneari, che potrebbero dare occupazione e sviluppo turistico, che la Regione vuole aperti tutto l'anno e il Comune no»; si concentra poi sui lavori pubblici, «sulle buche da tappare nelle strade e le barriere architettoniche da abbattere ovunque»; e poi il turismo, «non solo quello balneare, ma soprattutto archeologico»; la gestione del cimitero, e la battaglia contro la tassa sulla sepoltura; la ztl, «che non funziona perché non funzionano i trasporti pubblici e quindi le persone non vengono a piedi in centro». Ma l'attenzione è rivolta anche alla sicurezza, «urbana e partecipata», e l'urbanistica, con «zero metri cubi». Infine, la sfida agli altri candidati: «Per me, c'è una pregiudiziale del codice deontologico, le regole che un pubblico amministratore deve rispettare, dal rifiutare conflitti di interesse o doppi incarichi al non nascondere mai la verità: tutto questo lo tradurrò in un documento, la Carta di Latina, che sottoporrò alla firma degli altri candidati sindaco: chi non lo firmerà, dovrà dare una motivazione valida».
Andrea Apruzzese
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