Cocaina e astici in carcere, 34 arresti a Latina: coinvolti due agenti penitenziari, presi anche i due latitanti

La casa circondariale di Latina
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Lunedì 16 Settembre 2019, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 13:38

Droga, corruzione, falso ideologico. Sono le accuse con le quali 34 persone sono destinatarie di altrettante misure cautelari che i carabinieri del comando provinciale di Latina stanno eseguendo in queste ore. 

L'indagine dei militari riguarda noti personaggi della malavita pontina e coinvolge anche un agente e un ispettore della polizia penitenziaria, in servizio presso la casa circondariale di Latina e per questo all'esecuzione delle misure emesse dal giudice delle indagini preliminari collabora la stessa penitenziaria.

Nel carcere di Latina, dove questa mattina all'alba è scattato il blitz dei carabinieri del comando provinciale, arrivavano anche droga e cibi prelibati come astici. Gli investigatori hanno smantellato due organizzazioni criminali, una esterna al penitenziario che si dedicava allo spaccio nell'hinterland del capoluogo e una interna al carcere.

L'attività di indagine, partita nel 2017, si è articolata in due filoni connessi tra loro. Da un lato i carabinieri si sono concentrati su quanto avveniva all'interno del carcere, in collaborazione con la polizia penitenziaria che aveva riscontrato alcune irregolarità, e dall'altro sull'organizzazione che si dedicava allo spaccio nel circondario e che dall'esterno riusciva a far entrare nel penitenziario tra l'altro stupefacenti e cibi prelibati.

In particolare i carabinieri hanno eseguito 34 ordinanze di custodia cautelare di cui 30 in carcere e quattro ai domiciliari. In manette sono finiti anche due agenti della polizia penitenziaria. Molte delle persone coinvolte era uscite dal penitenziario, due di loro erano invece ancora in carcere.

I due latitanti che erano riusciti a sfuggire all'arresto, braccati dai carabinieri, hanno deciso di costituirsi pochi minuti fa. Sono Salvatore Di Girolamo, 56 anni, e Angelo Di Girolamo, 30 anni, padre e figlio. Il primo, considerato un esponente di spicco del clan Di Lauro di Secondigliano, era stato arrestato a Terracina nel 2005 nell'operazione che aveva sgominato il clan campano. In terra pontina si era rifugiato per sfuggire alle pistole degli scissionisti e nel 2012 era stato arrestato a Sabaudia perché raggiunto da una condanna a 4 anni e 5 mesi per associazione di stampo mafioso.

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