Giudice di pace nel caos. Il commissario dell'Ordine degli avvocati: «Spettacolo indecoroso»

Giudice di pace nel caos. Il commissario dell'Ordine degli avvocati: «Spettacolo indecoroso»
di Elena Ganelli
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Giovedì 2 Luglio 2020, 06:30

È andata peggio di quanto previsto la riapertura degli uffici del Giudice di pace a Latina: ieri mattina nei locali di via Vespucci gli assembramenti erano tali che è dovuto intervenire il commissario straordinario dell’Ordine degli avvocati Giacomo Mignano, sollecitato da alcuni colleghi, che ha poi scritto una lettera dai toni decisamente forti al presidente del Tribunale Caterina Chiaravalloti con la quale racconta come la ripresa sia avvenuta «nel più assoluto disordine e in assenza dei più elementari accorgimenti atti a garantire il distanziamento come richiesto dalle autorità sanitarie».

Tra corridoi, aule e altre stanze c’erano circa 300 persone con file infinite e attese anche di oltre due ore e situazioni paradossali come alcuni avvocati che si sono dovuti rifugiare, con tanto di fascicoli, all’interno dei bagni in attesa della loro causa. La fine del lockdown dopo quattro mesi di totale chiusura delle attività ha fornito quindi quello che Mignano definisce uno «spettacolo indecoroso e mortificante che ha inaugurato un sistema di servitù della gleba 4.0». Ieri erano al lavoro ciascuno nella propria aula tutti i giudici di pace civili per un totale complessivo di 155 cause da trattare: ecco quindi che nel corridoio, tra legali e parti che entravano e uscivano, il mantenimento delle distanze era praticamente impossibile. Una vera e propria ressa aggravata dal caldo torrido in ambienti dove non esiste impianto di aria condizionata e senza alcun dispositivo di protezione se non un telo di plastica trasparente attaccato malamente con pezzi di nastro adesivo. «Ancora più drammatiche – racconta ancora Mignano – le modalità di accesso alla cancelleria degne più di un suk che di un Palazzo di giustizia. Gli uffici, in contrasto con una sua disposizione sono di fatto interdetti all’utenza. All’ingresso è stato posizionato un banchetto, dietro un’indecorosa tendina di plastica, al quale può accedere una sola persona per volta». Tale organizzazione degli accessi ha quindi determinato un’altra lunghissima fila per le scale che si è poi ricongiunta a quella all’esterno delle aule dei magistrati «Questa è davvero la disfatta non solo dell’amministrazione della giustizia ma più in generale del decoro e del rispetto delle persone» tuona Mignano il quale ha chiesto al presidente del Tribunale un incontro urgente per «affrontare e risolvere problemi non più rinviabili e per garantire le condizioni minime per una sana e regolare frequentazione del sito nel rispetto della dignità umana». 
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