Capoportiere, tornano d'attualità i 75 ettari che si estendono alle spalle della marina di Latina: il progetto

Le terme, il parco, gli arabi: ecco perché l'area è tornata di nuovo ad interessare le amministrazioni

L’area delle Terme di Fogliano da decenni interessata da progetti di sviluppo
di Vittorio Buongiorno
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Lunedì 22 Aprile 2024, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 12:11

La storia è “antica”, almeno per una città che non ha ancora cento anni. I settantacinque ettari che si estendono alle spalle della marina di Latina da decenni sono al centro dei programmi delle amministrazioni comunali che si sono succedute nel capoluogo pontino, e di lustro in lustro tornano alla ribalta prendendo forme diverse. E’ accaduto l’ultima volta due settimane fa quando in commissione l’assessore Gianluca Di Cocco ha rilanciato l’idea di realizzarvi un invaso “gemello” del Lago di Fogliano. Non è una novità, è un progetto di dieci anni fa, uno dei tanti che hanno interessato quell’enorme spazio verde tra il mare di Latina e la strada litoranea.

L'area

Un’area sulla quale, dal primo dopoguerra, in tanti hanno coltivato idee, progetti e soprattutto sogni.

Una sorta di gallina dalle uova d’oro che con il passare del tempo ha preso forme diverse, nessuna delle quali si è concretizzata. Pardon, una sì, la prima. Già, perché quando una perforazione voluta dall’Eni di Enrico Mattei trovò a Capoportiere non il gas che si sperava, ma un fiume sotterraneo d’acqua solforosa, il commendator Salvatore Cimaglia, amministratore unico della Siam, ebbe subito le idee chiare. Ottenne una concessione cinquantennale e diede vita alle Terme di Fogliano. Era il 1953, gli anni in cui andare alle terme per gli italiani era una abitudine radicata, Fiuggi, Montecatini, Chianchiano diventarono marchi storici. Ma a Latina non durò. Il Comune ottenne dallo Stato la revoca della concessione mineraria, ma la società pubblica che ereditò lo sfruttamento di quella risorsa non riuscì mai ad aprire uno stabilimento termale.

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Però, fece due cose. Uno, affidò l’incarico per il progetto dello stabilimento termale e contestualmente approvò una variante urbanistica che ha trasformato quei terreni agricoli in un tesoro. «Sui 75 ettari complessivi, 24 dei quali vincolati a zona speciale di conservazione e non edificabili, sono previsti 300mila metri cubi - ha spiegato anni fa l’allora assessore Francesco Castaldo - di questi il 30% potrebbe anche essere residenziale, al netto delle volumetrie residenziali già realizzate». E dunque ville, villette, appartamenti accanto ad alberghi e strutture di servizio.

Bastano queste cifre per capire l’interesse. Ma la società pubblica titolare dell’area e delle cubature è stata dichiarata fallita. La Procura ha contestato agli ex amministratori la bancarotta fraudolenta ma tutto è ancora fermo all’udienza preliminare. L’ultima udienza il mese scorso e un altro rinvio al prossimo novembre.

Ma torniamo ai progetti. Il primo a sparigliare con una certa dose di visionarietà fu Ajmone Finestra. L’allora sindaco con il city manager Roberto Tana immaginò di realizzare su quei terreni un grande parco tematico, disse che una società canadese era intenzionata a fare l’investimento. Era il 1999. Non se ne fece nulla. Passarono gli anni. Nel 2015 una società torinese tornò alla carica. Presentò un progetto: un grande invaso artificiale, contornato dal verde e da percorsi natura, intervallati dal villette e palazzine. Subito dopo spuntarono gli arabi. A Kuwait city venne presentato un progetto che per anni è stato visionabile online in cui si parlava di 800 immobili e addirittura di una spiaggia separata per uomini e donne. Non si è mai capito se fosse una burla oppure no.

Contemporaneamente durante la campagna elettorale che poi portò alla prima elezione di Damiano Coletta il programma dei civici di Latina Bene Comune sparigliò nuovamente proponendo di rilevare l’area dal fallimento e di donarla al ministero dell’Ambiente così da ampliare i confini del Parco Nazionale del Circeo. Anche di questa idea non si fece nulla. L’area è ancora lì. Dell’invaso “gemello” del Lago di Fogliano si è tornato a parlare di nuovo: vedremo gli sviluppi.

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