Per valutare l'eccezionalità dell'evento basta prendere in considerazione un dato: negli ultimi 20 anni sono nati soltanto due bambini in casa a Sermoneta. Il nome del paese lepino, un gioiello medievale, non compare certo frequentemente sulle carte d'identità dei più giovani. E così la nascita di Alessio è diventata una festa un po' per tutti. Il parto è avvenuto in casa alla presenza di una equipe medica professionale, condizione ovviamente necessaria per affrontare un passaggio così delicato al di fuori di un ospedale attrezzato. Alessio gode di ottima salute, così come la mamma Sonia che ha preso questa decisione per mantenere un rapporto diretto con il bambino e farlo nascere nell'intimità familiare, senza vivere quei momenti di separazione del bambino dalla mamma che negli ospedali avviene dopo il parto. La decisione di Sonia e Fabrizio di far nascere il loro figlio a Sermoneta ha riempito di orgoglio il sindaco Claudio Damiano, che da pediatra ha già visitato il piccolo Alessio ed ha potuto raccogliere «le sensazioni di una esperienza naturale che era estremamente visibile nel bambino e nella mamma in termini di serenità e naturalezza».
Si tratta del «ritorno a una esperienza estremamente intima dove la gravidanza e il parto diventano la continuazione della quotidianità della vita, invece di renderlo un momento ospedaliero. Un'esperienza che auguro a tutte le coppie» ha detto il sindaco che ha fatto gli auguri ai genitori «a nome di tutta l'amministrazione comunale e della comunità di Sermoneta».
Mentre in alcune nazioni europee il parto in casa è una pratica molto diffusa, in Italia è una possibilità poco intrapresa ma anche poco conosciuta. La percentuale di parti a domicilio in Italia si attesta, infatti, intorno allo 0,4%. Nel resto d'Europa è mediamente del 2%, mentre nel Nord Europa le percentuali salgono fino al 14%, per raggiungere il 32% in Olanda. Ovviamente si può partorire in casa soltanto in assenza di particolari rischi o complicazioni precedenti.