«Mi manda Frezza». Parenti assunti a Cisterna in cambio di favori

Il giudice Giuseppe Cario
di Marco Cusumano e Giovanni Del Giaccio
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Martedì 12 Dicembre 2017, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 14:41
La corruzione al Comune di Cisterna assumeva dei caratteri a tratti grotteschi, come sottolinea il giudice Giuseppe Cario nell'ordinanza di custodia cautelare. «Mi manda Frezza Filippo», una conversazione «che ricorda i modi acquisizione di vantaggi della commedia italiana» scrive Cario riferendosi alla corruzione in concorso tra Filippo Frezza e Marco Muzzupappa, come amministratori pubblici, e l'imprenditore Andrea Caiazzo.

Ma ad attirare l'attenzione investigativa furono altri colloqui, come sottolinea il giudice, «le conversazioni intercettate tra il sindaco Eleonora Della Penna e il suo portavoce nel dicembre 2015. Il sindaco mostra particolare cautela al telefono che, invece di distogliere, attira l'attenzione investigativa». Come nella telefonata del 3 dicembre quando Della Penna cerca di arginare l'insistenza di Frezza: «Continua a chiamare, non capisce che io al telefono non parlo e non c'è verso di fermarlo».

Secondo il giudice tale cautela del sindaco nasce dall'esigenza di «eludere possibili controlli telefonici, probabilmente legati alla vicenda del bando dei tecnici per il condono edilizio e per il coinvolgimento del Nocera». Della Penna, preoccupata dell'incontro con Frezza, indica un luogo preciso, dove evidentemente si sente più sicura: «Lo voglio incontrare da... perché non lo incontro da altre parti... io al telefono con Frezza ormai evito».

«Emerge chiaro - scrive il giudice - il quadro indiziario della corruzione che vede la parte pubblica spadroneggiare e imporre al privato assunzioni inutili di parenti e persone comunque appartenenti al loro nucleo familiare. Il privato consapevolmente accetta, assume la cerchia familiare tutta in cambio del profitto ricevuto nell'aggiudicazione della gara, ricavando profitto da retribuzioni non dovute». Costi che ovviamente ricadono sui contribuenti. Cario sottolinea inoltre come, in tempi di crisi occupazionale come questi, «l'amministratore pubblico si permetta invece di fare e disfare, chiedendo e ottenendo assunzioni presso Cisterna Ambiente per i propri familiari».

E così via libera ai contratti creati ad-hoc, come l'assunzione del figlio della convivente di Filippo Frezza. Lui al telefono rassicura la donna: «Non serve neanche che glielo dico... già da lunedì o martedì lo faccio attaccare a lavorare».

Qualche volta vengono annullate le assunzioni che potrebbero destare sospetti, ma per il resto si procede senza troppe remore. In questo modo viene sistemata anche la figlia di Frezza. Assunzioni, affidamenti di urgenza, ma anche soldi spostati da un settore all'altro. Come i 50.000 euro che dalla manutenzione delle strade passarono all'improvviso alla manutenzione del verde, «come Muzzupappa aveva richiesto al sindaco Della Penna» sottolinea il giudice Cario. Soldi che si sommavano a quelli già usati per pagare i giardinieri del Comune: «Oltre a quelli diamo i soldi a Caiazzo e company».
 
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