Aprilia, presentato il progetto "Fare il bullo non conviene"

Viviana Bombonati dirigente scolastico della Matteotti e del Rosselli di Aprilia
di Dario Battisti
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Mercoledì 8 Febbraio 2017, 17:23
 «Il Bullismo lascia conseguenze negative su tutti. Le vittime mostrano una svalutazione di sè e delle proprie capacità, ansia, depressione e a volte ha portato a gesti estremi. Il bullo invece rischia di diventare un adulto prepotente, violento in famiglia ed aggressivo sul lavoro. Gli osservatori silenziosi rischiano di vivere mediocremente nella timorosa indifferenza verso ciò che succede intorno a loro» spiega Alessandro Marchetti presidente dell'Anaspol, Associazione nazionale agenti sottufficiali polizie locali, durante un incontro avuto con gli studenti delle scuole medie Matteotti e Toscanini di Aprilia.

La conferenza è stata organizzata dalla professoressa Maria Pia Cirolla, nella scuola Matteotti di via Ottorino Respighi. Alla manifestazione, dedicata alla "I° giornata nazionale contro il bullismo" hanno partecipato anche il sindaco della città delle cinque rondini Antonio Terra e gli assessori della Pubblica Istruzione Francesca Barbaliscia e quello all'Ambiente Alessandra Lombardi. Ha fatto gli onori di casa il dirigente scolastico della media Matteotti e dell'istituto superiore Rosselli di Aprilia Viviana Bombonati. Gli alunni della Toscanini e della Matteotti, inseriti nel progetto curato dalla docente Cirolla, hanno presentato dei video, delle poesie, dei racconti e delle riflessioni. «Una società complessa come quella attuale inizia a rendersi conto delle conseguenze che gli episodi di bullismo che avvengono nell'età adolescienziale provocano nei soggetti più sensibili. Queste profonde ferite, sia fisiche che psicologiche, possono segnare per tutta la vita- osserva la preside Viviana Bombonati - l'incontro è stato molto interessante. Grazie alla bravura del relatore Marchetti il tema trattato ha coinvolto i ragazzi che sono stati molto attenti e concentrati sull'argomento trattato». Parole scolpite nella pietra sono state le conclusioni di Alessandro Marchetti:«Informare, parlarne e rompere il silenzio, sono l'unica soluzione per sconfiggere e isolare questo fenomeno».
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