Daniele Nardi precipita sul Narga Parbat a 6 mila metri: «Non so perché ma sono ancora vivo»

Daniele Nardi precipita sul Narga Parbat a 6 mila metri: «Non so perché ma sono ancora vivo»
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Martedì 19 Gennaio 2016, 13:15 - Ultimo aggiornamento: 13:36

LATINA - Paura per Daniele Nardi. L'alpinista di Sezze impegnato nella salita in invernale del Nanga Parbat è rimasto vittima di un incidente che poteva avere conseguenze tragiche: «Non so perché ma sono ancora vivo».

Per fortuna è lui stesso che può raccontarlo sulla sua pagina Facebook: «Purtroppo ieri sera verso le 16e30, ora pakistana (12e30 Italia), mentre salivo le corde a metà delle rocce Kinshofer ho avuto un incidente. Ero a circa 70 o forse 100m dal campo 2 quindi ad una quota superiore ai 6000m. Stavo salendo un tratto di roccia leggermente strapiombante su vecchie corde fisse con uno zaino molto pesante e carico dei materiali necessari per le giornate successive e per allestire il campo.  Ahimè, l’ancoraggio sommitale ha ceduto e sono volato giu anche se le corde a cui ero assicurato erano discrete».

«Il volo è stato di circa 8/15 m - continua il racconto - difficile per me dirlo con esattezza. Ero quasi all’uscita del tratto di roccia quando in un “battito di ciglia” mi sono ritrovato ad urtare contro il pendio ghiacciato sottostante a testa in giù. Sono schizzato via come un proiettile. Fortunatamente avevo fissato tre punti di sicurezza dal mio imbraco alle varie corde fisse in loco. Una di queste corde è rimasta incastrata in un piolo di una vecchia scala e quest’ultima ha tenuto».

«La caduta è comparabile ad una caduta in ferrata dove i “fattori di caduta” sono veramente molto alti, per i non addetti ai lavori sono le cadute potenzialmente distruttive per le corde di sicurezza. Non so perché sono ancora vivo ma è così», spiega Nardi agli oltre trentamila fan che lo stanno seguendo su Facebook.

Proprio pochi giorni prima di questo incidente Nardi aveva soccorso e riportato alla base il suo compagno di salita, Adam Bielecki,  rimasto anche lui vittima di un grave incidente a 5.800 metri di quota. Un volo di 60 metri proprio sotto le Rocce Kinshofer.



«Per fare un paragone, il volo di Adam dei giorni scorsi ha avuto un fattore di caduta di circa 1,3 o 1,5 pur avendo volato per 80m circa. Il mio ha raggiunto un fattore di circa 4 o 5, se non maggiore, pur volando per molto meno. Sul momento non ho avuto grossi dolori, era troppo alta a mio avviso l’adrenalina e la voglia di scendere. Sono sceso di notte ed è stata una discesa rocambolesca. Sono arrivato al campo base alle 23.00 circa. Ora sto bene a parte qualche dolore alla schiena ed alla spalla…speriamo che non peggiorino».

«La via Kinshofer quest’anno presenta molto ghiaccio e poca neve ed è in condizioni più difficili rispetto all’anno scorso», ha spiegato Nardi in un post. L'alpinista di Sezze ha scalato sei ottomila («Il primo alpinista nella storia nato al di sotto del Po ad aver scalato Everest e K2», racconta con orgoglio sul suo sito), l'Aconcagua in Sufd America. Il suo obiettivo è la salita in invernale del Nanga Parbat, mai riuscita fino ad oggi a nessun alpinista. Questo è il suo terzo tentativo. Lo scorso anno il sogno era infranto a soli 300 metri dalla vetta
lungo lo Sperome Mummery, con Alex Txikon e Ali Sadpara, a quota 7830 metri, la quota più alta raggiunta sul Nanga in invernale.
 

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