Neonata venduta, alla madre naturale fu tolto un altro figlio

La neonata salvata dalla polizia
di Marco Cusumano
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Lunedì 1 Maggio 2017, 16:54
LATINA - Nicoleta Tanase, la donna romena finita agli arresti domiciliari dopo aver tentato di vendere la propria figlia, era già finita sotto osservazione da parte delle autorità. I servizi sociali le tolsero un precedente figlio, nato nell'ottobre del 2014, dopo una relazione con un marocchino.
E' lei stessa che racconta questo precedente episodio durante uno degli interrogatori davanti agli investigatori. Quando Francesca Zorzo, la mamma acquirente della neonata, decise di riportare indietro la bambina, Tanase (la mamma naturale) la portò al padre naturale. Così racconta la donna durante l'interrogatorio: «In quei giorni ero anche un poco depressa, avendo già passato dei brutti momenti per un precedente bambino che avevo partorito il 13 ottobre 2014 da una precedente relazione con un marocchino attualmente ristretto nel carcere di Velletri, e che i servizi sociali mi avevano tolto».

LA VISITA IN OSPEDALE
La donna, nella sua ricostruzione dei fatti che a tratti sembra piuttosto confusa, racconta inoltre di un viaggio a Roma Termini avvenuto il 17 febbraio insieme a Youssef Berrazzouk (il mediatore), durante il quale avrebbero dovuto incassare i soldi pattuiti per la vendita, cosa che poi non avvenne. Tre giorni dopo, invece, la donna si presentò in ospedale ad Anzio per effettuare la visita di controllo della neonata, registrata proprio ad Anzio. Fuori, ad attenderla, c'era anche Francesca Zorzo, la mamma acquirente anche lei successivamente arrestata.

«Il 20 febbraio - racconta Tanase - ci incontrammo a Latina e andammo con l'auto ad Anzio dove feci fare, da sola, la visita al nido alla bambina. Youssef mi raggiunse al nido mentre Francesca attendeva fuori. La visita andò bene, tornammo a Latina insieme alla piccola. Youssef riprese a chiedere a Frabcesca i soldi che gli doveva, pressandola e minacciandola che non le avrebbe mai dato i documenti. Questa storia è andata avanti ancora un paio di giorni, fin quando Francesca non ha riportato la bambina».

COME UN PACCO
L'incontro avvenne nel parcheggio davanti Millepiedi, Francesca Zorzo si presentò con i genitori e la bimba restituendola a Youssef. Come se fosse un pacco scomodo. A sua volta il marocchino portò la bambina alla madre naturale che la consegnò al padre naturale, a Roma. Lui, in questa storia, sembra l'unico ad avere a cuore le sorti della piccola.

Nel blitz della polizia, infatti, si vede la stanza dove teneva la figlia, piena di prodotti per neonati, creme idratanti, salviette e tutto ciò che può servire. «L'ha tenuta come meglio non si può» confermano in Questura, con non poco sollievo visto che la tutela della neonata è senz'altro l'obiettivo più importante raggiunto nell'operazione.
Ma il padre naturale fu ulteriormente ricattato da Youssef Berrazzouk che voleva dei soldi in cambio dei documenti della piccola, ancora in suo possesso. Un ricatto interrotto soltanto dal blitz della polizia e dall'arresto dei tre protagonisti di questa squallida vicenda che mercoledì saranno interrogati dal giudice.
Ora la bambina è in affidamento a un istituto religioso ma non è escluso che il papà naturale, un richiedente asilo del Mali, possa invocare l'affidamento della sua piccola.

Marco Cusumano
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