A letto da due anni, operato al Goretti torna a camminare

Il neurochirurgo Carmine Franco
di Giovanni Del Giaccio
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Domenica 26 Marzo 2017, 10:48 - Ultimo aggiornamento: 17:20
«Alzati e cammina». Non c'entra la parabola della resurrezione di Lazzaro narrata nel Vangelo. No, questa è la realtà e la buona notizia arrivata a un paziente operato in neurochirurgia all'ospedale Santa Maria Goretti e che da due anni era costretto a letto. I familiari avevano chiesto diversi consigli, ma tutti avevano risposto che il caso era difficile, mentre l'uomo - 76 anni - restava immobilizzato e con seri problemi di gestione anche da parte dei familiari. A un certo punto hanno sentito parlare del Goretti e del reparto diretto da Carmine Franco, si sono rivolti all'ospedale di Latina e gli esami hanno evidenziato una compressione midollare a livello dorsale. Si è deciso di operarlo e con un delicato intervento è stata rimossa una lesione fibrosa citatriziale che avvolgeva come un manicotto il midollo. Era novembre dello scorso anno, altri tre mesi di immobilizzazione e nei giorni scorsi la ripresa della normale attività. L'uomo, che vive a Nettuno, si alza e cammina anche se ancora con l'ausilio di un deambulatore «che presto - spiega il neurochirurgo - non servirà più, le speranze dei familiari erano minime, invece abbiamo raggiunto il risultato e per noi è una grande soddisfazione». Non la sola, a dire il vero, perché è stata operata anche una donna di 70 anni di Terracina con un doppio tumore cerebrale: frontale e del seno cavernoso. Quest'ultimo, in particolare, era particolarmente difficile da trattare per la presenza - fra l'altro - di nervi cranici . Dopo quattro ore di intervento, la donna ha fatto il decorso post operatorio e poi è tornata a casa.
IL QUADRO
Tutto questo avviene in una situazione in cui il personale del reparto continua a essere ridotto ai minimi termini. «La direzione aziendale e quella sanitaria conoscono e seguo da vicino e con grande sensibilità il problema - spiega Franco». L'avviso pubblico è pronto ma ancora non viene pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione che ha i tempi della burocrazia, mentre a neurochirurgia restano 6 medici in servizio, uno esentato dai turni, e tre di questi a giugno saranno senza contratto perché scade e non si sa ancora se verrà rinnovato o meno. Nonostante queste criticità Franco - che da un anno e mezzo guida il reparto come facente funzioni, dimostrando di essere all'altezza del compito affidato- e la sua équipe, dall'inizio dell'anno a oggi hanno eseguito già 100 interventi sia dal punto di vista cerebrale sia da quello spinale, come dimostrano i due casi dei quali si è parlato prima.
Il tutto con le carenze esistenti, alle quali si aggiunge l'unica che costringe ancora a mandare qualche paziente a Roma: l'assenza di un neuronavigatore. Il macchinario - in fase di acquisizione - consente di intervenire su lesioni cerebrali profonde per le quali ancora oggi i pazienti vengono trasferiti. Averlo, significherebbe azzerare la mobilità passiva. 
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