L'algerino, 57anni, era in Italia dal 1989. Nel 1998 era stato arrestato nell'ambito dell'operazione "Ritorno", insieme ad altri stranieri sospettati di collegamenti con il G.I.A. (Gruppo Islamico Armato) e indagati per associazione per delinquere finalizzata alla contraffazione documentale ed all'uso di denaro falso. In quell'occasione fu condannato a 4 anni di reclusione. Successivamente era poi stato arrestato per reati comuni: in carcere, osserva il Viminale, si era evidenziato per essersi imposto a guida spirituale per gli altri detenuti di credo islamico, conducendo le preghiere nel corso delle quali fomentava sentimenti antidemocratici e di odio religioso, esaltando il jihad ed il martirio.
Queste condotte hanno determinato nel 2017 il fermo per il reato di istigazione e apologia di delitti di terrorismo. Scarcerato nel giugno scorso, è stato infine trasferito presso il Cpr di Potenza e successivamente rimpatriato dalla frontiera area di Roma.
Con questi provvedimenti salgono a 346 le espulsioni eseguite dal gennaio 2015 ad oggi, di cui 109 nel 2018.
Nel 2017 sono stati eseguiti 105 allontanamenti.
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