Strage Palermo, oggi l'autopsia sui corpi di Antonella Salamone e i figli Kevin ed Emanuel

In carcere ci sono Giovanni Barreca, il muratore 54enne di Altavilla Milicia, accusato dell'omicidio della moglie con due presunti complici: Sabrina Fina e Massimo Carandente. E la figlia Miriam

Strage Palermo, oggi l'autopsia sui corpi di Antonella Salamone e i figli Kevin e Emanuel
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Sabato 17 Febbraio 2024, 09:46

È il giorno dell'autopsia sui corpi di Antonella Salamone e i figli Kevin (16 anni) ed Emanuel (5 anni), le vittime della strage di Palermo. In carcere ci sono Giovanni Barreca, il muratore 54enne di Altavilla Milicia, accusato dell'omicidio della moglie con due presunti complici: Sabrina Fina e Massimo Carandente. Il gip di Termini Imerese ha convalidato nei giorni scorsi i fermi disposti per la coppia, ma non quello imposto a Barreca, stabilendo, però, la custodia cautelare in carcere per tutti e tre. I tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Le accuse per tutti sono di omicidio e soppressione di cadavere. L'esame sarà eseguito sui resti carbonizzati della donna, trovati sepolti vicino casa della famiglia, e sui corpi dei ragazzini, incaprettati per chiarire i tempi esatti dei delitti e cause della morte.

La confessione della figlia 17enne Miriam che ha partecipato alle torture

La 17enne scampata al massacro della sua famiglia ha partecipato alle torture e all'omicidio della madre e dei due fratelli convinta che il demonio fosse entrato in casa. Dopo giorni di silenzio è stata lei stessa a confessarlo ai magistrati della Procura dei minori che la seguivano, dopo l'arresto del padre reo-confesso dei delitti, e l'avevano affidata a a una comunità protetta. Ammissioni che le sono costate l'accusa di omicidio plurimo e occultamento di cadavere e il carcere. È l'ennesimo macabro tassello di un giallo dai contorni horror: la strage di Altavilla Milicia. «Il rito collettivo era iniziato da un mese e coinvolgeva tutta la famiglia Barreca e la coppia formata da Massimo Carandente e Sabrina Fina. Erano tutti preda di un delirio mistico», ha raccontato il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio che, insieme alla procuratrice dei minori Claudia Caramanna, coordina le indagini sull'uccisione di Antonella Salamone e dei suoi due figli Kevin ed Emanuel, di 5 e 15 anni. In carcere per i delitti ci sono Giovanni Barreca, marito e padre delle tre vittime e i suoi complici Massimo Carandente e Sabrina Fina, tre invasati con l'ossessione per il demonio. «Credo in dio e nei demoni», avrebbe detto la ragazza alla pm che a quel punto ha sospeso l'interrogatorio e le ha nominato un legale d'ufficio.

L'unica superstite dell'eccidio dunque è stata risparmiata perché ha condiviso il progetto e la realizzazione della strage. 

I riti durati settimane

La ragazza ha raccontato che per liberare la casa, la madre e il fratellino minore dal diavolo per settimane, insieme a Carandente e Fina, che il padre aveva conosciuto sui social, avevano pregato. Poi, non sortendo risultati, sarebbero passati alle violenze cercando di far uscire satana dai corpi dei familiari con la forza. Insieme al padre e ai complici l'adolescente ha torturato la madre, contraria ad andare avanti. La donna sarebbe stata presa a colpi di padella, colpita con l'attizzatoio del camino, ustionata col phon. «Rifarei tutto - ha detto la ragazza - avevano ragione loro». Poi è toccato ai due fratelli, anche loro inizialmente coinvolti nei riti di purificazione. Seviziati, picchiati, colpiti con fili elettrici, sono stati soffocati e incaprettati. «Si sono verificati in più occasioni dei comportamenti che hanno una matrice religiosa distorta e che non avvengono solo a Termini Imerese, ma in tutto il territorio nazionale. È inutile che stia a sottolineare in quanti casi abbiamo constatato che la religione o determinati ruoli all'interno della chiesa siano stati usati utilizzati allo scopo di abusare sessualmente di minori. In qualche caso l'abuso è stato finalizzato non solo allo scopo sessuale ma anche a sfruttare economicamente e lavorativamente le persone. Stavolta abbiamo a che fare con una tragedia che rappresenta il massimo dell'immaginazione umana», ha denunciato il procuratore di Termini. «Facciamo un appello, soprattutto ai giovani, affinché si muovano per fare emergere queste situazioni. So che è difficile e complicato fare emergere certe cose ma questa terribile tragedia dimostra che il silenzio alle volte può essere la propria condanna a morte. Le strutture della magistratura, delle forze ordine e delle altre istituzioni sono in grado di aiutare efficacemente le vittime di questi reati», ha sottolineato il Procuratore. 

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