È stata proprio Carla, la mamma, a togliere dalla testa del figlio le treccine “pomo” della discordia. Così, domani il ragazzino potrà tornare tra i banchi di scuola. «Gliele ho tagliate io quelle treccine - racconta la madre - l'ho fatto per senso di responsabilità, rispettando quello che ha deciso mio figlio che domani entra in classe. E poi - sorride - oggi i barbieri erano chiusi».
E sempre nella stessa scuola, come segnalato dal sito internapoli.it, oggi la preside ad altri due alunni ha negato l'accesso in classe. Stavolta per i jeans che indossavano. È stata la madre dei due ragazzini, 11 e 12 anni, a lamentarsi, su Facebook, per quanto accaduto. «Questa volta non sono treccine blu, ma semplici jeans a far sì che la preside Rotondo si arroghi il diritto di lasciare in sala professori i miei figli per l'intera durata delle attività didattiche, precludendogli il diritto allo studio - scrive Mary - Mio figlio è riuscito a ottenere di poter andare in bagno verso le 11, mi ha tempestivamente telefonato per dirmi che la preside, ritenendo non consono il loro abbigliamento, li aveva costretti a non entrare in classe per svolgere le lezioni».
«Mio figlio ora è sotto shock e non vuole tornare a scuola. Ô un comportamento normale da parte di una dirigente? I pantaloni dei miei figli sono così oltraggiosi? - conclude - Bisogna che chi di dovere riveda il ruolo assegnato alla dirigente, perché stiamo vivendo nel terrore di mandare i nostri figli a scuola».
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Sulla questione delle treccine la preside ha dichiarato che dopo le lezioni il tredicenne «ha chiesto di incontrarmi - racconta la preside - la mia porta è sempre aperta e mi ha detto di avere intenzione di tagliare le treccine, mi ha chiesto scusa per tutto quello che è successo».
Parole, quelle pronunciate dal ragazzino che, per la preside «sono state di sollievo dopo questi giorni turbolenti». «È un ragazzino molto intelligente - evidenzia - a dicembre si esibirà con altri alunni al San Carlo di Napoli. Qui a scuola vogliamo che continui a coltivare la passione per il pianoforte, la musica. Il suo riscatto deve arrivare dalla cultura».
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