Sarebbe stato un ex operaio della “Morteo industrie” di Sessa Aurunca a uccidere con un colpo di fucile l’insegnante Pietro Caprio e a incendiarne il cadavere. Il colpo di scena c’è stato nella notte. Come nel romanzo “The outsider” di Stephen King, il presunto assassino del “giallo” di Baia Domizia è un insospettabile: Angelo Gentile, 82 anni, pensionato con la passione per l’agricoltura e nessun precedente penale. Una famiglia con due figli adulti, un campo da coltivare a Cellole e due fucili, però, nascosti in casa, con una cartucciera.
E proprio grazie all’unico colpo mancante dalla cartucciera e, soprattutto, alle immagini di due telecamere pubbliche installate dal Comune di Cellole, i carabinieri di Sessa Aurunca sono riusciti a chiudere il cerchio in meno di 24 ore dalla scoperta del cadavere incenerito. In un frame comparirebbe il volto dell’indagato alla guida dell’auto.
Pietro Caprio, il prof bruciato in auto: fermato un anziano. Sospetto omicidio per debito non pagato
IL VIDEO
La verità è che Cellole è una cittadina videosorvegliata in ogni angolo: sono 62 le telecamere sul territorio, ma a queste se ne sono aggiunte 64, frutto di un investimento di 140mila euro, finanziato con i fondi del Piano operativo nazionale di sicurezza.
Da ieri mattina, Angelo Gentile è rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere dopo un interrogatorio durato 4 ore. È accusato di omicidio aggravato dalla crudeltà e di distruzione di cadavere. Del corpo del professore resta solo la mascella intatta, per il resto il medico legale dell’ospedale di Caserta dovrà analizzare ogni brandello per capire se l’uomo sia stato colpito con un colpo di arma da fuoco e poi dato alle fiamme oppure no. La nuova ricostruzione degli inquirenti fa risalire la scomparsa della vittima alla mattina di venerdì, probabilmente all’alba, intorno alle otto (non la sera prima, come era stato ipotizzato in un primo momento), orario in cui sarebbe poi avvenuto l’assassinio e l’incendio della vettura, per cancellare le tracce. «Non sono stato io, ero a casa», ha continuato a ripetere agli inquirenti Angelo Gentile durante la notte fra sabato e domenica. Accompagnato in caserma dal suo avvocato, Gabriele Gallo, l’indagato avrebbe respinto le accuse ipotizzando che chiunque avrebbe potuto guidare la Fiat venerdì mattina. La perquisizione nella sua abitazione, però, non ha lasciato alcun dubbio.
LA DINAMICA
Al termine dell’interrogatorio è scattata la firma sul provvedimento di fermo dei pm Chiara Esposito e Gionata Fiore della procura sammaritana. Angelo Gentile aveva in casa due fucili con regolare “porto d’armi” per la caccia, ma il permesso era scaduto da circa di dieci anni. Come si è giunti a lui? L’inchiesta-lampo dei militari di Sessa Aurunca, coordinati dal capitano Alessia Di Rocco, è iniziata da via Pietre Bianche, in località Baia Domizia. La mattina di venerdì, all’alba, due videocamere hanno inquadrato due auto in fase di ingresso in un boschetto che costeggia un campeggio: erano la Dacia Duster guidata Pietro Caprio e la Fiat Palio grigia con alla guida l’ottantaduenne Angelo Gentile. Dopo mezz’ora, circa, però, le telecamere hanno registrato l’uscita dalla radura di una sola vettura, quella dell’anziano. Così, l’ex operaio è finito nel mirino dei carabinieri. I suoi due fucili sono stati sequestrati, così come la vettura Fiat. Si cercano tracce di fango e polvere da sparo, oltre che di benzina utilizzata per incendiare la vettura della vittima.