Migranti, il monito del Consiglio d'Europa: «l'Italia cambi le sue politiche migratorie»

I recenti naufragi a largo delle coste italiane, spagnole e greche hanno riacceso il dibattito sulla sfida migratoria

Migranti, il monito del Consiglio d'Europa: «l'Italia cambi le sue politiche migratorie»
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Lunedì 26 Giugno 2023, 16:27

La sfida migratoria tiene banco sui tavoli dell'Unione Europea, dopo i recenti naufragi di migranti al largo delle coste italiane, greche e spagnole. Lo ha dichiarato lo scorso 23 giugno Roberta Metsola, la presidente del Parlamento europeo, in occasione del Forum Ansa di Piazza Venezia a Roma, delineando priorità e ambizioni di Bruxelles a un anno dalle elezioni europee. E su uno dei dossier principali, ovvero quello sui migranti, ha ribadito un concetto: «Nessun uomo, donna o bambino dovrebbe morire nelle nostre
acque».

La leader dell'Eurocamera a Roma ha incontrato la premier Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani. A entrambi ha sottolineato l'importanza della
collaborazione con l'Italia sui «grandi temi del nostro tempo». Due, innanzitutto: politiche migratorie e guerra in Ucraina.

La sfida migratoria

Sul primo punto Metsola ha rimarcato il passo in avanti fatto a Lussemburgo, con l'intesa sulla riforma del Patto di migrazione e asilo: «Il governo italiano ha giocato un ruolo fondamentale per bilanciare sicurezza, solidarietà e dimensione esterna», ha
spiegato la presidente, ammettendo allo stesso tempo che «non sarà facile» chiudere l'accordo in via definitiva.

Ma il Parlamento Ue è pronto a fare la sua parte, mantenendo la stella polare della lotta ai trafficanti di migranti. «Donne e bambini sono i più vulnerabili, non dimentichiamo che parliamo di vite umane», ha aggiunto.

Decisamente più critica, nei confronti di Roma, è stata la commissaria dei diritti umani del Consiglio d'Europa Dunja Mijatovic: «È ora che l'Italia cambi radicalmente le politiche migratorie», ha affermato in riferimento alla gestione dei salvataggi in mare, alle relazioni con le Ong e agli accordi con i Paesi della sponda Sud. Senza mezzi termini Mijatovic ha detto che «L'Italia non si sta impegnando come dovrebbe nelle operazioni di salvataggio e sta rendendo più difficile questo compito per le Ong». Un'altra "tirata d'orecchie" da parte della commissaria è arrivata per via degli accordi con Libia e Tunisia. Paesi che da anni salgono agli onori delle cronache per i molteplici episodi di violazione dei diritti umani nei centri di detenzione per migranti. 

 

Il punto sulla guerra in Ucraina

Sul dossier ucraino Metsola ha ribadito l'assoluto sostegno a Kiev. «Quando qualcuno parla di questa guerra come se fosse un conflitto tra due Paesi dimentica il punto fondamentale: un Paese non può decidere che il territorio di un altro è il suo», ha scandito la numero uno dell'Eurocamera ricordando che, già prima dell'invasione, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky le aveva comunicato la volontà di entrare nell'Ue: «Oggi tutti i Paesi membri sono concordi - ha riferito - ma non credo che sarebbe successo se non ci fosse stato il 24 febbraio (giorno dell'invasione nel 2022 n.d.r.)».

Il clima

Tra le priorità dell'Europa non c'è solo l'Ucraina. Economia, clima e investimenti nel Green e nel digitale restano pilastri dell'Ue di oggi e di domani. Sull'attuazione del Pnrr l'Europa
«tratterà tutti allo stesso modo», ha assicurato Metsola, sottolineando tuttavia quello che a suo parere deve essere il vero obiettivo del Piano: «Tutti i cittadini e le imprese devono
toccare con mano i suoi benefici».

Fondo salva-Stati

Sul Mes la posizione di Metsola è diversa da quella della grandissima parte della maggioranza: il fondo salva-Stati «ha bisogno di essere ratificato da tutti», ha spiegato la
presidente dell'Eurocamera. Mentre sui temi ambientali c'è pieno allineamento con l'Italia e, in fondo, anche con il suo partito, il Ppe. Sulla transizione verde «l'Ue è ambiziosa, ma serve anche realismo. Ogni proposta va pesata, se non è sostenibile perdiamo l'approvazione dei cittadini», ha detto Metsola guardando all'appuntamento chiave che attende tutta Europa: le elezioni del giugno 2024. Da settimane, in ogni capitale del Vecchio continente, la presidente ripete sempre lo stesso appello: «Andate a votare».

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