Migranti, arrivi raddoppiati. L'sos dei sindaci: «Ormai siamo al collasso»

Criticità per i minori non accompagnati. Il sindaco di Prato, Biffoni: «Non possiamo garantire la legge»

Migranti, arrivi raddoppiati. L'sos dei sindaci: «Ormai siamo al collasso»
di Mauro Evangelisti
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Domenica 20 Agosto 2023, 09:15 - Ultimo aggiornamento: 13:13

ROMA Il sistema è al collasso. Dall'inizio del 2023 in Italia sono arrivati 101mila migranti, il doppio rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Di questi, il 10 per cento sono minori non accompagnati. Secondo gli ultimi dati del Viminale sono 10.286 e rappresentano l'anello debole del delicato meccanismo dell'accoglienza. I comuni denunciano: non ce la facciamo più, ormai la situazione è fuori controllo. Il primo a parlare è stato il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, che è anche delegato all'immigrazione dell'Anci (associazione nazionale dei comuni). Il quadro che descrive è sconfortante: «Sull'accoglienza dei migranti e in particolar modo per i minori è tutto saltato, siamo sull'orlo del tracollo». Secondo il rappresentante dell'Anci le città stanno affrontando una crisi che non ha precedenti. Dice Biffoni: «Siamo nella più grande emergenza mai vissuta, almeno da quando sono responsabile Anci per l'immigrazione, e non succede nulla: ho visto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, a dicembre, poi c'è stata una convocazione il 4 agosto e nel mezzo solo un po' di interlocuzione tecnica». Biffoni è del Pd e le sue parole sono di parte, certo, ma i numeri restano pesanti.

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MECCANISMI

Dice il sindaco di Prato: «C'è un perverso meccanismo politico, perché questo è il governo del "niente sbarchi", ma fuori dalla propaganda elettorale adesso sono in difficoltà».

Il primo cittadino di Prato, così come altri sindaci, ha scritto al tribunale dei Minori e alla Prefettura. Hanno spiegato che «con questi numeri, se ci vengono mandati ancora minori non accompagnati, noi non possiamo garantire che ci siano il rispetto delle condizioni stabilite per legge e la responsabilità è dello Stato centrale. Non ci sono gli hub di primissima accoglienza, non ci sono le risorse per la mediazione culturale. Il decreto Cutro ha peggiorato, se possibile, le regole del gioco, allontanando dal sistema dell'accoglienza i grandi player più affidabili come Arci, Caritas, Comunità di Sant'Egidio». All'Anci spiegano che le responsabilità non sono dei prefetti, perché devono rispondere alle indicazioni del Viminale. La deputata e vicepresidente del gruppo di Forza Italia alla Camera, Deborah Bergamini, parlando al TgCom24, ha difeso le scelte del Governo: «Sta gestendo al meglio possibile il flusso migratorio straordinario di questi mesi nella drammatica complessità di un fenomeno che non si può controllare solo a livello nazionale. La redistribuzione nei comuni non è un problema nuovo, perché sempre, nel corso degli anni, quando i numeri sono aumentati nei mesi estivi non tutti hanno dato la loro disponibilità, e per questo c'è sempre stata una mediazione che i governi hanno avuto con i sindaci. C'è chi ha una buona volontà e capacità logistica e chi ha la tentazione di avere un approccio più strumentale».

 

SCENARI

Il prefetto Valerio Valenti, commissario all'emergenza migranti, tre mesi fa aveva fatto sapere che sarebbero stati organizzati dei centri di prima accoglienza (ciascuno con un massimo di 50 posti) proprio per i minori stranieri non accompagnati. Così i sindaci avrebbero avuto il tempo necessario a trovare posti per il sistema Sai. «Ma da allora - dice Biffoni - non è successo nulla». L'assessore al Welfare di Bologna, Luca Rizzo Nervo, racconta che solo nel suo comune ci sono 510 minori stranieri non accompagnati «per arrivi spontanei, ma anche per invii dal governo. Noi abbiamo finito tutte le possibilità e serve che il governo metta in campo delle strutture».
 

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