Marco Carta chiede il processo abbreviato per il furto alla Rinascente

Marco Carta
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Lunedì 16 Settembre 2019, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 18:06

Tre mesi e mezzo fa è stato accusato del furto di sei magliette del valore di 1200 euro alla Rinascente di Milano. E ora Marco Carta, il cantante vincitore del talent show 'Amici' nel 2008 e del festival di Sanremo l'anno successivo, chiede di essere processato in abbreviato, rito basato sugli atti raccolti nelle indagini e che prevede lo sconto di un terzo sulla pena in caso di condanna, dopo che il 31 maggio scorso era stato arrestato dalla Polizia locale insieme a un'amica, la 53enne Fabiana Muscas. Arresto che per lui, però, non venne convalidato. I due erano stati bloccati all'uscita dello storico grande magazzino di lusso a pochi passi dal Duomo: la placchetta flessibile all'interno delle t-shirt, a cui era stato tolto l'antitaccheggio, aveva fatto scattare l'allarme del negozio. Dopo una notte ai domiciliari per il cantante, il giudice Stefano Caramellino non aveva convalidato l'arresto del 34enne, perché ad avere la refurtiva era la sua accompagnatrice. Convalida, invece, disposta per la donna. La richiesta di abbreviato, che sarà depositata dall'avvocato Simone Ciro Giordano nella prima udienza del 20 settembre, è condizionata all'acquisizione delle immagini delle telecamere del negozio. Immagini che sono già nel fascicolo del pm Nicola Rossato.

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L'istanza del difensore verrà, comunque, discussa in aula (l'udienza sarà a porte chiuse per via del rito) e il giudice potrebbe concedere solo l'abbreviato cosiddetto 'secco', quindi senza le condizioni richieste dal legale. Nelle scorse settimane, intanto, sono stati anche sentiti come testimoni alcuni dipendenti del negozio che si aggiungono ad altri testi già ascoltati. E questo per rafforzare l'ipotesi accusatoria secondo cui non solo la donna ma anche Carta sarebbe stato responsabile del furto. Il pm, tra l'altro, ha anche depositato ricorso in Cassazione - l'udienza è stata fissata per il prossimo 6 novembre - contro la mancata convalida dell'arresto da parte del giudice. Quest'ultimo ha motivato la sua decisione sostenendo che gli «elementi di sospetto sono del tutto eterei, inconsistenti» e che la «versione degli imputati non è allo stato scalfita da alcun elemento probatorio contrario». Il giudice Caramellino ha anche parlato di «carenza di gravità indiziaria» per Carta e di un arresto che «non può ritenersi legittimo». «Sono tranquillo per settembre, anzi non vedo l'ora», aveva spiegato Carta poche settimane dopo l'arresto. E alludendo al fatto che le magliette erano state ritrovate nella borsa dell' amica, disse: «Non ero conscio, altrimenti mi sarei dissociato o l'avrei impedito».
 

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