Maltempo, Campi Bisenzio, la rabbia: «Nessuno ci ha avvertito»

Strade trasformate in torrenti, si cerca ancora un disperso. «Ci hanno lasciati soli»

Maltempo, Campi Bisenzio, la rabbia: «Nessuno ci ha avvertito»
di Mauro Evangelisti, inviato a Campi Bisenzio
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Sabato 4 Novembre 2023, 01:06 - Ultimo aggiornamento: 01:16

CAMPI BISENZIO (FIRENZE) «Babbo, babbo». Il cielo è scuro sui campi divorati dal fango alla periferia di Campi Bisenzio e lungo uno stradone risuona la voce di una ragazza. «La città si è allagata tutta, ma adesso mi scusi devo cercare mio padre» dice gentile. Questo centro non lontano da Firenze è forse il più dilaniato dall’alluvione, sono esondati tre corsi d’acqua che l’attraversano. E ieri sera c’era una parte del centro, quella attorno a via Cimabue e via Palagetta, che era ancora sommersa dall’acqua.

Antonio Gallo è un ex poliziotto originario di Caserta che scruta la sua Ford Fiesta che, miracolosamente, è riuscito a parcheggiare sopra un marciapiede appena prima che il Bisenzio, un fosso e il torrente La Marina superassero gli argini e allagassero tutta la città. Prova a essere ottimista: «Secondo me l’ho salvata, il quadro si accende, semmai è solo rovinata un po’ la tappezzeria. Ma qui a centinaia hanno perso la macchina, la devono buttare, un disastro. La vede quella palazzina laggiù circondata dall’acqua, proprio in via Cimabue? Io abito lì, al secondo piano per fortuna. Ma sono senza corrente elettrica, ho indossato gli stivaloni e sono andato a caricare i cellulari da un amico. Ma non lascio casa mia, resto lì. Il problema è che qui nessuno ci avvertito, ci avevano parlato di allerta arancione e invece è arrivato questo disastro». Sì, la tempesta Ciaran è stata impietosa.


AVVERTIMENTO
Ecco, il tema del sistema di allarme che ha funzionato male è molto presente nei ragionamenti delle persone di Campi Bisenzio che spalano il fango e cercano di liberare le strade, i negozi, i bar. Scene già viste troppo spesso negli ultimi tempi in Romagna, nella Marche, in Veneto, in Lombardia, è un format drammatico che sembra ripetersi ogni volta. «Qualche minuto prima stai bene, hai la tua casa, il tuo negozio, la tua automobile, tutto è tranquillo - allarga le braccia una signora - e subito dopo perdi tutto, perché piove come non ha mai fatto prima, perché gli argini dei fiumi cedono. Qui c’era stata un’altra alluvione nel 1991, ma non come questa».

Al piano terra, non lontano dal Municipio, abita un’antiquaria, Barbara Bettarini: ha accumulato le sue cose in cortile, racconta che quando ha visto cosa era successo in Romagna in maggio ha avuto una intuizione ed è corsa ad assicurare la casa. «E una intuizione l’ho avuta anche quando giovedì pomeriggio ha cominciato a piovere, chiamatemi strega, però io mi sono allontanata dal piano terra. Ho preso il mio cane e i miei due gatti e me ne sono andata. Meno male che l’ho fatto. Però ciò che davvero non accetto, è che nessuno delle istituzioni ci abbia avvertito. Tutte le informazioni sono circolate quasi per caso, magari sui sociali o su WhatsApp, chi ti diceva che il Bisenzio era uscito dagli argini, chi che un’altra strada era allagata. Tutto casuale. Perché non sono passati con le auto e i megafoni? E dico la verità, anche ora nessuno è venuto ad aiutarci a spalare il fango, siamo stati lasciati soli».

A un chilometro circa di distanza, dove l’acqua è ancora alta, l’ex poliziotto Gallo conferma: «Io mi sono spaventato quando è andata via la corrente elettrica, ho compreso che stava succedendo qualcosa di grave.

Ma allarmi ufficiali non ci sono stati». Seguono commenti più coloriti e meno riferibili.

Salvatore Figliolini è un cuoco e percorre in bicicletta la strada che poche ore prima era una piscina e poi si è trasformata in una pista di fango. Lui ricorda le ore del caos parlando di «pioggia scese a secchi, ma davvero a secchi, una cosa mai capitata, dal mio palazzo io non vedevo quello di fronte, pazzesco. Qui in tanti sono ancora senza corrente». Due amici ventiquattrenni, lo studente Marco Alberani e l’operaio Matteo Spampinato, stanno lavorando senza sosta per aiutare a rimuovere il fango. Per fortuna in questa strada, via Saliscendi, buona parte dei condomini ha al piano terra i garage non le abitazioni, e quindi gli appartamenti si sono salvati. «Ma è stato tutto improvviso. Sapevamo che c’era l’allerta, che sarebbe arrivata pioggia intensa, ma non così. Tutto è cominciato attorno alle 17, ma sembrava non volesse smettere mai. E la forza dell’acqua che qui si è riversata dal torrente La Marina è stata incredibile, vede che ha abbattuto, quasi fossero di cartapesta, anche i muretti e i cancelli di questi palazzi?».


SCIACALLI
Nella notte più lunga, tra giovedì e venerdì, c’è stata la fuga ai piani alti, ma perfino sui tetti, perché a un certo punto almeno un terzo del territorio comunale era allagato. «Per noi è stato un disastro vero che ha colpito anche le nostre aziende - racconta il giovane sindaco, Andrea Tagliaferri, 31 anni appena compiuti ed eletto nel maggio scorso con M5S, battendo a sorpresa il candidato del Pd - diverse strade sono ancora allagate, ci sono persone da soccorrere. Abbiamo già dato riparo agli sfollati, una sessantina. Ma la situazione è molto delicata». Ieri pomeriggio nella sede del Municipio - anch’esso circondato dal fango - si è svolto un vertice con Dario Nardella, che oltre ad essere il sindaco di Firenze guida anche la Città metropolitana. Il prefetto Francesca Ferrandino conferma: «La situazione più critica è indubbiamente quella di Campi Bisenzio. Si sta lavorando con i vigili del fuoco per tornare alla normalità. Sono già state inviate le idrovore».

I carabinieri - la cui sede, soprattutto il parcheggio sotterraneo, è stata allagata - hanno organizzato il servizio anti sciacallaggio. Sì, perché quando si fa sera e in molte strade ancora non c’è l’illuminazione pubblica, nel buio qualcuno potrebbe andare a rubare nelle case abbandonate da chi ha trovato ospitalità dai parenti. La notte si avvicina, in Protezione civile annunciano nuove piogge ma non con la stessa potenza di giovedì. Racconta il sindaco della vicina Prato, Matteo Biffoni: «Ci hanno detto che è stato l’evento meteo più catastrofico degli ultimi trecento anni. Vedete voi...».
 

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