Omicidio Castelfiorentino, Klodiana Vefa colpita alla gola: l'ex marito in fuga accusato da due testimoni

Le ha sparato a bruciapelo dopo averla attesa in strada

Omicidio Castelfiorentino, Klodiana Vefa colpita alla gola: l'ex marito in fuga accusato da due testimoni
di Valentina Errante
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Sabato 30 Settembre 2023, 06:22 - Ultimo aggiornamento: 07:35

Un proiettile l'ha colpita alla gola. È morta in fretta Klodiana Vefa, la donna di 36 anni uccisa giovedì sera, poco prima delle 20, a Castelfiorentino. Nessuna telecamera ha ripreso la scena dell'omicidio, ma sono stati due testimoni, due ragazzi, a indicare Alfred, 44 anni, l'ex marito della vittima, come l'autore del delitto. Il colpo è stato sparato da vicino con una semiautomatica, una 7.65 e sono due i bossoli ritrovati per terra, anche se alcuni residenti della zona avrebbero sentito tre spari.

Klodiana Vefa, chi era la donna uccisa con tre colpi di pistola alla testa: ora si cerca l'ex marito. Sui social scriveva: «L’amore ti coglie di sorpresa»

Alfred, che non aveva porto di armi, avrebbe atteso l'ex moglie, che stava uscendo con un'amica, seduto su una panchina, vicino casa, per strada, uno scambio di battute.

Lei lo avrebbe spintonato, lui avrebbe tirato fuori la pistola e sparato a distanza ravvicinata, Poi è stato visto fuggire sulla sua Golf grigia. La figlia 14enne della coppia, da casa, avrebbe assistito alla discussione e sarebbe corsa a svegliare il fratello che dormiva, quando i ragazzi sono scesi in strada la mamma era morta e il papà scappato. Probabilmente ha ancora con sé l'arma e adesso i carabinieri lo stanno cercando con posti di blocco in provincia di Siena, Empoli, e Firenze. È stato impiegato anche un elicottero. L'uomo non avrebbe con sé né denaro né documenti.

IL CONTESTO

Alfred Vefa, 44 anni, albanese come la moglie, faceva il muratore, ma sembra che da poco tempo avesse perso il lavoro. Aveva piccoli precedenti di polizia: nel 2001 era stato denunciato per inosservanza del permesso di soggiorno e nel 2014 per una presunta falsità in una scrittura privata. I carabinieri, coordinati dal pm Ornella Galeotti, stanno ancora cercando di stabilire quale sia stato il movente e se il presunto killer avesse un'altra compagna. La coppia, che aveva due figli, un maschio di 17 anni e una femmina di 14, aveva divorziato in Albania due anni fa, anche se l'atto non era stato ancora trascritto in Italia per problemi burocratici. A Castelfiorentino convivevano, da separati, nella stessa casa, poco distante dal luogo dell'omicidio. Una situazione che non sarebbe stata gradita dalla famiglia di Alfred Vefa, che ogni tanto andava via senza dare spiegazioni. I militari stanno ancora sentendo i testimoni alcuni dicono che Alfred fosse un violento, altri che la coppia aveva normali screzi. Dagli accertamenti svolti finora, non risultano agli inquirenti denunce contro l'ex marito presentate dalla vittima. Nè interventi nella loro abitazione in seguito a liti.
I carabinieri, coordinati dal pm Ornella Galeotti, attraverso familiari e persone vicine alla coppia, stanno cercando di capire se l'ex marito, descritto come un uomo che conduceva una vita riservata e che non si vedeva tanto in giro potesse aver tenuto condotte violente in passato nei confronti della donna e se la vittima si sentisse comunque minacciata. Alcune amiche di Klodiana dicono che era un uomo violento, altre che la coppia aveva solo dei piccoli screzi, nella di preoccupante.

 

IL LUTTO

Il Comune di Castelfiorentino ha proclamato il lutto cittadino per due giorni. Il sindaco Alessio Falorni, che conosceva Klodiana personalmente l'ha definita «una ragazza fantastica, amata da tutti». Agli istituti scolastici è stata fatta richiesta di stimolare gli studenti a una riflessione sul tema del femminicidio e della violenza contro le donne. Ieri sera una fiaccolata in piazza è stata aperta dai figli della vittima, la sorella e diversi amici e familiari nel centro della cittadina, Falorni ha deposto un mazzo di 37 rose bianche sulla panchina rossa in Piazza Gramsci, simbolo del contrasto alla violenza sulle donne. «Questo è un momento che deve unirci tutti al di là delle rispettive sensibilità o appartenenze. Per questo è richiesto ai partecipanti di non esporre simboli politici né elementi divisivi», aveva precisato il sindaco.

 

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