Giulia Tramontano, la mamma al processo Impagnatiello: «Non ho più una vita, non sono più una madre»

Loredana Femiano in aula a Milano: "Quando mia figlia era sparita, lui non era disperato"

Giulia Tramontano, la mamma al processo Impagnatiello: «Non ho più una vita, non sono più una madre»
di Mario Landi
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Giovedì 7 Marzo 2024, 14:58 - Ultimo aggiornamento: 15:55

La mamma di Giulia Tramontano è chiaramente sfinita, distrutta. «Non stiamo bene. Io e mio marito abbiamo delle difficoltà. Vedere i bambini mi mette un'angoscia immane». Così Loredana Femiano, testimoniando in aula a Milano nel processo a carico di Alessandro Impagnatiello per l'omicidio della 29enne incinta al settimo mese. «Non dormiamo, non usciamo più. Io non ho più una vita - ha detto -, ho perso una figlia e un nipote, ma anche i miei figli hanno perso una madre. Io non sono più una mamma».

Giulia Tramontano, il dolore della mamma

 

Con l'inizio del processo «le cose sono anche peggiorate perché si ricomincia a parlare di Giulia.

Un'altra cosa che mi ha fatto un male immenso è stato scoprire tramite i miei legali che la macchina in cui mia figlia è stata trasportata è stata acquistata dalla compagna del fratello dell'imputato. Quella macchina voglio farla sparire - ha aggiunto, non voglio pensare che ci salga altra gente». Dopo avere ucciso la compagna con 37 coltellate e aver tentato per due volte di bruciare il corpo, Impagnatiello lo aveva caricato nel bagagliaio dell'auto e successivamente l'aveva abbandonato in un'intercapedine dietro alcuni box poco lontano da casa.

I DOLORI ALLO STOMACO

Giulia «si lamentava sempre del bruciore di stomaco», ha detto ancora in aula la madre. Secondo l'accusa, per mesi lui avrebbe tentato di avvelenare la ragazza, somministrandole del veleno per topi a sua insaputa. «In una mia conversazione con lui - ha spiegato la madre -, addirittura mi mandava una foto di Giulia che dorme, per tranquillizzarmi, e mi fa: "guarda, le ho fatto anche la tisana". Perché lei continuava ad avere questo malessere». Quando il 28 maggio la ragazza è scomparsa, «lui non stava certo come me, io ero disperata. In lui - ha aggiunto la mamma - non ho visto nessuna disperazione».

Giulia Tramontano, nel processo le chat con la madre mentre veniva avvelenata: «Lo stomaco mi uccide»

«Mi colpì quella vasca così sporca». Parole - della mamma di Giulia - che sono importanti per l'accusa: secondo la ricostruzione della procura di Milano l'imputato, a processo a Milano, avrebbe tentato proprio lì di dare fuoco al cadavere della giovane, incinta del piccolo Thiago. «Ho avuto una buona impressione quando l'ho conosciuto, un pò spavaldo ma non che trattasse male mia figlia. Una persona normalissima, assolutamente normalissima…».

IL BAMBINO

«Quando lui è venuto a trovarci a casa per conoscere la famiglia, disse: "io voglio da Giulia un figlio entro il 2022 al massimo" Noi ci facemmo anche una risata, perché dicevamo "fate già programmi di questo tipo?"». Nel dicembre del 2022, poi, la notizia della gravidanza, di cui la ragazza ha parlato subito con la madre al telefono. «Giulia in lacrime mi dice "ho parlato con lui, ma il bambino non lo vuole"», per poi cambiare idea più volte nei giorni successivi. «In quel periodo mi arriva una telefonata ed era lui. Gli dico: "hai finito con questa altalena? Prendi una decisione, così Giulia prende la sua". Lui dice "mi devi perdonare, sono mortificato, ho paura. Avevo altri progetti, volevo fare altre cose"». Infine, la scelta di tenere il bambino: «Nei giorni che seguirono, lei mi disse che lui le aveva detto "dobbiamo scegliere la stanzetta nuova"». Giulia è stata uccisa con 37 coltellate da Impagnatiello la sera del 27 maggio nella loro abitazione a Senago nel Milanese.

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