Giulia Cecchettin, funerale forse già sabato: attese migliaia di persone. L'autopsia il 1° dicembre

La macchina organizzativa tra Chiesa, forze dell'ordine, Comune di Padova, si sta muovendo per consentire le celebrazioni

Il funerale di Giulia forse già sabato attese migliaia di persone a Padova. Autopsia il 1° dicembre
di M. Lucc.
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Martedì 28 Novembre 2023, 11:06 - Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 08:35

PADOVA L'ultima volta che papà Gino Cecchettin ha potuto vedere la sua Giulia, è stato nel primo pomeriggio di quel maledetto sabato 11 novembre. Una settimana di angoscia, fino alla tremenda conferma delle sue paure: la figlia era stata assassinata già il giorno della scomparsa da Vigonovo. Poi l'agonia, per questo padre e per i suoi altri due figli, di dover sopportare e sostenere i tempi della giustizia e della burocrazia, con l'autopsia fissata per venerdì. Lungaggini che straziano, che non consentono di elaborare il lutto come si deve, che acuiscono un dolore che nessuno dovrebbe mai provare. Il desiderio di tutti è che la famiglia Cecchettin possa almeno poter salutare degnamente, per l'ultima volta, Giulia, il prima possibile. Ecco perché la macchina organizzativa tra Chiesa, forze dell'ordine, Comune di Padova, si sta muovendo per consentire le celebrazioni del funerale della 22enne nella Basilica di Santa Giustina, in Prato della Valle a Padova, forse già sabato, il giorno dopo l'autopsia, se l'autorità giudiziaria rilascerà il nulla osta.

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IL SOPRALLUOGO

Ieri mattina, a tal proposito, la Diocesi di Padova ha eseguito un sopralluogo nella grande basilica, che può arrivare a contenere mille posti a sedere e centinaia di altri in piedi. Una verifica per consentire di pianificare al meglio la cerimonia che consentirà alla famiglia di Giulia di archiviare questo primo tremendo capitolo della tragedia che la vede protagonista. E intanto in settimana si riunirà anche il Comitato provinciale per l'ordine e sicurezza, che vede sedere attorno allo stesso tavolo tutte le autorità competenti per stabilire come seguire un evento che sarà di richiamo per migliaia di persone e che vedrà presenti anche alte cariche dello Stato.

LA VEGLIA

Mentre la macchina organizzativa si muove per garantire un addio dignitoso a Giulia, il vescovo di Padova, Claudio Cipolla, ieri sera, alla veglia per i giovani nel duomo, ha invitato la comunità a cercare «la luce nella fede e nella solidarietà», e ha esortato a cercare la speranza cristiana pur nel contesto della tragedia di Giulia, evidenziando il potere trasformativo della fede: «In questi giorni il nostro pensiero non può allontanarsi dall'assassinio di Giulia, dalla sua morte tragica, dalle sue speranze di ventiduenne deluse. Con lei percepiamo tutti i suoi amici e le sue amiche, le sue compagne e i suoi compagni di studio. Sentiamo anche il dolore della famiglia. Dolore che si aggiunge a dolore, accanto al vuoto che si è creato lo scorso anno con la morte di Monica, la mamma: uno sfondo nero, come quelli di Giotto». Ma il vescovo guarda anche all'altra faccia di questa tragedia: «Il mio pensiero per Filippo, il femminicida, è pure presente stasera e fa da sfondo. C'è anche lui: la giustizia umana farà il suo corso (lo domando anch'io) ma desidero andare oltre. Vorrei conoscere anche quella di Dio, che tutto conosce, che vede nel nostro cuore, che ha una parola viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio. Lui conosce anche Filippo e gli vuole bene, e con lo stesso sguardo cerca e abbraccia la sua famiglia». Ma sullo sfondo, per Cipolla, si collocano anche tutti quei «giovani che in questi tempi hanno fatto uscire dal loro intimo le urla di rabbia, di risentimento, di rancore verso una società ed una cultura che ancora non danno riconoscimento a diritti umani che promuovono la persona con la sua libertà e la sua dignità. Gli stessi giovani altre volte danno sfogo ad un pensiero che sembra incontrollato e fin troppo istintivo: è la fatica della ricerca, una fatica che parla di sofferenza, di angoscia, di solitudine, di nonsenso».
E un riflessione va alle piaghe della società odierna: «Possessività, giochi infantili di prepotenza e di violenza, talora di bullismo, esperienze subite o partecipate di aggressività e sopruso uccidono prima dei corpi le anime e i cuori.
La tragedia di Giulia, la scelta di fede di questi suoi coetanei, i santi della porta accanto ti spronano stasera a cercare come vivere la vita nella speranza».

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