Foggia, scelto a caso e malmenato per filmare l’aggressione e pubblicare i video sul web: 5 arresti

Uno straniero massacrato senza motivo: «Gli hanno spento una sigaretta addosso»

Foggia, scelto a caso e malmenato per filmare l’aggressione e pubblicare i video sul web: 5 arresti
di Riccardo Lo Verso
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Venerdì 28 Luglio 2023, 00:29

Dopo averlo massacrato di botte decisero che bisognava andare oltre, occorreva lasciare un macabro segno sul corpo del marocchino che giaceva, privo di sensi, sul basolato. Scelsero il fuoco di una sigaretta per marchiarlo, spegnendola sul costato della vittima. Cinque ragazzi sono stati arrestati dalla polizia a Foggia. Sono due diciottenni, un diciannovenne e due minorenni. Questi ultimi sono stati trasferiti nel carcere minorile di Bari. Sono i protagonisti di quella che il giudice per le indagini preliminari bolla come una «azione criminale para-mafiosa».

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Le accuse contestate dalla Procura della Repubblica sono pesantissime: tentato omicidio e rapina, aggravati dalla crudeltà e dai futili motivi. È il 24 giugno scorso.

Alle due di notte c’è ancora tanta gente in piazza Mercato, uno dei luoghi della movida foggiana. Una telecamera riprende la scena. È una sequenza choc. Il marocchino di 39 anni sta bevendo qualcosa davanti a un locale. Lo accerchiano. Calci, pugni, sputi, una sedia rotta sulla schiena e infine la sigaretta spenta sul petto quando il marocchino di 39 anni è ormai a terra. È molto più di un pestaggio, è un tentativo di ammazzarlo. Prima di allontanarsi gli strappano la collana. Mentre gli altri infieriscono uno dei cinque riprende la scena con il cellulare. L’intenzione è di postare il video sui social. Hanno un obiettivo (secondo l’accusa, è anche il movente): «Affermare la fama criminale e il controllo sulla piazza». E allora nulla è più efficace dei social per gonfiarsi il petto di fronte ad una platea ampia seppure virtuale. Tre dei cinque arrestati hanno precedenti penali. Vogliono imporsi sugli altri, studiano da capi. 


LA RICOSTRUZIONE
Trasportato in codice rosso al pronto soccorso, il marocchino viene sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Ora sta meglio e ha solo voglia di andare via. «Non li conoscevo assolutamente. Ero a Foggia da 15 giorni per cercare lavoro nei campi - racconta - a parte alcuni miei connazionali, non conoscevo i ragazzi autori dell’aggressione. Ora vado via a cercare lavoro altrove. Sto andando ad Aosta». Vuole provare a guardare avanti. «Non ricordo nulla di quella sera, tranne i calci e i pugni - aggiunge - poi sono finito a terra e mi sono svegliato in ospedale». Non sarà facile lasciarsi il trauma alle spalle. Superato il dolore fisico, («mi fa male la bocca e non riesco a parlare e bere bene»), restano le ferite che si porterà dentro chissà per quanto tempo ancora. Il questore di Foggia Ferdinando Rossi, che ha disposto la chiusura di alcuni esercizi commerciali nella zona del tentato omicidio, parla del pericolo dell’alcol per i minorenni e sottolinea il vuoto delle famiglie spesso troppo distratte per rendersi conto di cosa fanno i figli. Poi lancia un appello: «Chiedo aiuto alla società civile che deve essere vicina alle forze di polizia perché è con l’aiuto della società civile che si sconfiggono questi crimini». Il riferimento è al silenzio di chi era presente in piazza e non ha testimoniato. Le telecamere sono un deterrente, ma da sole non bastano. La movida, a Foggia come in mille altre città italiane, diventa spesso violenta. I ragazzi bevono e fanno branco. E il branco può diventare pericolosissimo. 
 

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