Coronavirus, gli americani lasciano la nave, tutti gli altri (35 italiani compresi) no, restano a bordo in quarantena. E' il paradosso che si è creato sulla Diamond Princess, la nave da crociera ferma al largo di Yokohama in Giappone, a causa di numerosi casi di contagio di coronavirus a bordo. Solo ieri sono stati rilevati altri 70 infettati, portando a 356 il dato totale su un totale di 3.600 tra passeggeri ed equipaggio.
Coronavirus, guai anche per Hamsik: Marek e Benitez in quarantena
Dal 4 febbraio la nave è bloccata ed è iniziata la quarantena con i test sul coronavirus. Le autorità giapponesi hanno fatto slittare a venerdì prossimo la fine del periodo di isolamento e dunque dell'incubo per i passeggeri prigionieri a bordo, ma gli Stati Uniti sono intervenuti e hanno fatto un accordo con il Giappone. Così due Boeing 767 sono atterrati ad Haneda (Tokyo) e decine di pullman si sono scherati sulla banchina del porto per recuperare i passeggeri che sono scesi. Solo quelli americani. Passeggeri di altre nazionalità hanno caricato i video in cui si vedono gli statunitensi che se ne vanno e raccontato che addirittura una donna americana, prima di scendere, si è affacciata dal balcone urlando "Usa, Usa!".
✨Feb. 15, 2020 - 4:33 - Matthew Smith remains on quarantined cruise ship docked in Japan amid coronavirus outbreak.✨
Quarantined Diamond Princess passenger speaks outhttps://t.co/upb0AJdQG7— アクア・リウス (AQUARIUS) 🚀 (@CololoX) February 16, 2020
Evacuati gli americani, per gli altri prosegue il calvario. Gli aerei per canadesi e cittadini di Hong Kong stanno arrivando. L'Italia? Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha spiegato che si sta organizzando in queste ore la missione di recupero, ma è evidente che non si tratta di un'azione imminente. Tra l'altro, tra i 35 italiani, 25 sono dell'equipaggio, compreso il comandante, ed è possibile che non se ne possano comunque andare. I più arrabbiati sono i passeggeri inglesi che sui social network stanno protestando perché il Regno Unito per ora non si è mosso. Anche gli americani, nonostante siano stati i primi ad andarsene, hanno protestato perché negli Stati Uniti dovranno comunque restare 14 giorni in quarantena.
LE PRECAUZIONI
La Cina inasprisce le restrizioni per combattere l'epidemia nell'Hubei, provincia focolaio del coronavirus.