Chris Abom, spedizione punitiva a casa del pirata che ha investito e ucciso il 13enne. In 30 urlano: «Esci, ti ammazziamo»

Il gruppo è arrivato alla porta d'ingresso della casa dove il 39enne sta scontando i domiciliari e l'ha colpita con pugni e sassi

Raid nel Veronese: 30 persone nella casa di Davide Begalli, il pirata della strada che ha ucciso il 14enne Obeng Abon
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Mercoledì 9 Agosto 2023, 12:34 - Ultimo aggiornamento: 13:20

Un raid o una «spedizione punitiva»? Circa trenta persone, col volto coperto, hanno preso di mira ieri pomeriggio la casa di Davide Begalli, il pirata della strada accusato di aver ucciso il 14enne Chris Obeng Abom, fuggendo senza prestare soccorso. Il gruppo, composto da uomini, secondo quanto riporta la stampa locale, è arrivato alla porta d'ingresso della casa dove il 39enne sta scontando i domiciliari e l'ha colpita con pugni e sassi. «Viene fuori, che ti ammazziamo», hanno urlato. Per il legale dell'uomo, si tratta delle conseguenze della «gogna mediatica» cui è stato sottoposto Begalli.

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Cosa era successo

È agli arresti domiciliari Davide Begalli, il trentanovenne veronese accusato di aver investito, senza poi prestargli soccorso, il 14enne Chris Obeng Abom, la notte del 31 luglio. Il suo avvocato, Massimo Dal Ben ha dichiarato che «Begalli ha solo ripetuto al giudice la posizione tenuta fin dall'inizio dell'indagine, ovvero di non essersi reso conto di aver investito una persona, e per questo di essersi allontanato dal luogo dell'incidente».

Il gip Carola Musio, su richiesta del difensore, ha autorizzato Begalli a spostare il luogo in cui sconta i domiciliari dalla casa della madre a quella della sua fidanzata, che si trova poco distante, sempre nel comune di Negrar.

Dal Ben ha spiegato che sta ancora valutando la possibilità di ricorso al Tribunale del Riesame. Il confronto tra Begalli e il giudice è durato una ventina di minuti.

L'ordinanza

«Totale spregio della vita umana», ed evidente volontà di «pensare solo a tutelarsi dalle conseguenze dell'incidente» che aveva causato. Sono le motivazioni con le quali il gip del Tribunale di Verona ha disposto la misura degli arresti domiciliari per Davide Begalli. Nell'ordinanza, riferisce la stampa locale, il giudice evidenzia come sia «circostanza del tutto impossibile» che l'automobilista non si sia accorto di aver investito una persona «come si deduce dalla semplice visione delle immagini ritraenti gli ingentissimi danni riportati dalla vettura, che rendono palese l'avvenuto caricamento del pedone sulla parte sinistra del cofano e quindi sul parabrezza, infranto quasi per metà».

 

Sull'auto, scrive sempre il gip, la mattina dopo il fatto «il veicolo che l'indagato aveva personalmente parcheggiato recava tracce chiaramente riconducibili al sinistro, quali sostanza ematica, frammento di tessuto e capelli». In sostanza, per il gip, il conducente della Renault «ha dimostrato un totale spregio per la vita umana, pensando solo a tutelarsi delle conseguenze della propria condotta di guida, allontanandosi dal luogo del fatto immediatamente, così lasciando inerme il ragazzo che, se prontamente soccorso, si sarebbe forse potuto salvare».

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