Casella mail piena, non deve pagare 20 mila euro di ingiunzione. La decisione del tribunale​

La mail del concessionario della riscossione gli intimava il versamento dei contributi per l’anno 2014.

Casella mail piena, non deve pagare 20 mila euro di ingiunzione. La decisione del tribunale
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Sabato 3 Febbraio 2024, 19:03 - Ultimo aggiornamento: 21:15

Non dovrà pagare oltre 20 mila euro di contributi previdenziali all'Inps perché la casella mail era piena. A stabilirlo la Corte d’Appello di Lecce, sezione lavoro, che ha annullato migliaia di euro di contributi previdenziali richiesti a mezzo pec dall’Agenzia delle Entrate. Il motivo è nel difetto di notifica, come indicato dal quotidiano Repubblica. L’intimazione del pagamento dei contributi previdenziali Inps era stata inviata a mezzo pec, ma il cittadino di brindisi aveva la casella piena. Non dovrà quindi pagare perché è intervenuta la prescrizione.

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La controversia

La mail del concessionario della riscossione gli intimava il versamento dei contributi per l’anno 2014.

Il Tribunale di Brindisi, adito dal contribuente, aveva accertato la sopravvenuta prescrizione del credito, vista l’irritualità della notifica e l’impossibilità di ricavare prova certa della corretta ricezione della raccomandata informativa. La vicenda finisce con la Corte d’appello di Lecce, che conferma il primo grado. Non ci sarà, infatti, un ulteriore impugnazione da parte della Agenzia delle Entrate. Nel corso del processo è infatti emerso il motivo della mancata ricezione dell’intimazione di pagamento dei contributi Inps.

Le motivazioni

Cosa avrebbe dovuto fare chi richiedeva il pagamento? Un ulteriore tentativo di invio della pec trascorsi sette giorni dal primo invio, secondo i giudici. Eventualmente un ulteriore deposito telematico presso la Camera di commercio, con la pubblicazione dell’avviso di notifica sul sito internet di Infocamere per 15 giorni e l’ulteriore invio di un avviso di notifica attraverso lettera raccomandata. 

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