Arresto Minenna, l'inchiesta per corruzione che parte dal narcotraffico e finisce alle Dogane

Arresto Minenna, l'inchiesta per corruzione che parte dal narcotraffico e finisce alle Dogane
di Valentina Errante
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Giovedì 22 Giugno 2023, 16:24

Per l'accusa, Marcello Minenna, ex direttore dell'Agenzia delle dogane e oggi assessore in Calabria, avrebbe asservito la sua funzione all'ex parlamentare Gianluca Pini che, per fargli ottenere la riconferma  al vertice delle Dogane, lo accreditava quale appartenente al partito "Lega Salvini premier", e poi Minenna lo avrebbe ricambiato favorendolo al momento della pandemia.

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L'inchiesta della procura di Forlì ha portato Minenna ai domiciliari con l'ipotesi di corruzione.

Sono 34 le misure cautelari eseguite questa mattina, tra gli indagati, nell'inchiesta che ha visto la collaborazione della magistratura tedesca e belga, c'è anche un funzionario della prefettura di Ravenna e dell'Ausl Romagna.

L'ACCUSA
Secondo la procura, Pini, che oltre ad essere stato parlamentare è anche un imprenditore, concludevano un accordo.  L'ex deputato leghista "prometteva a Minenna di accreditarlo all'interno della Lega Salvini premier , in modo che venisse considerato un uomo di quel partito e gli prometteva altresì la riconferma della nomina a direttore generale dell'Agenzia delle Dogane al seguito del cambio dell'esecutivo, che effettivamente otteneva".
"Minenna - si legge nel capo di imputazione - accettava le promesse di accreditamento all'interno del partito Lega Salvini premier e di riconferma della nomina di direttore generale dell'Agenzia delle Dogane a seguito del cambio dell'esecutivo , che effettivamente otteneva, in cambio dell'asservimento  della sua funzione pubblica agli interessi privati dell'imprenditore Pini; in particolare a fronte delle richieste di intervento di Pini in occasione dell'importo di merci per il contrasto al Covid-19, Minenna metteva al servizio di Pinil'esercizio della sua funzione pubblica, sia intervenendo egli stesso con gli uffici territoriali per risolvere le problematiche di Pini, sia dando ordine ai suoi più stretti collaboratori, dirigenti nazionali dell'agenzia delle Dogane , di mettersi a disposizione di Pini per risovergli i problemi che l'imprenditore aveva in fase di sdoganamento della merc,e, ovvero in fase di accertamenti da parte dei funzionari territoriali delle dogane.

L'ORIGINE
L'inchiesta nasce da un'indagine antidroga avviata dalla squadra mobile di Forlì nel gennaio 2020, nei confronti di un'organizzazione criminale albanese. Nel traffico internazionale di droga è stato coinvolto un imprenditore degli autotrasporti forlivese, che aveva già precedenti. Attraverso le intercettazioni ambientali, anche su un'auto di lusso, formalmente intestata all'azienda di autotrasporti, è emerso il rapporto tra l'imprenditore e Pini.  L'ex parlamentare non avrebbe soltanto avuto rapporti privati con l'imprenditore ma anche comuni interessi finanziari. L'accordo avrebbe dunque previsto che il primo (coinvolto nel narcotraffico) si giovasse di  importanti legami con la malavita albanese legata al mondo della droga per ottenere denaro da riciclare in immobili e attività lecite,  pini, invece, grazie alle conoscenze acquisite attraverso il suo incarico da parlamentare, si garantisse la presenza di  persone a lui asservite all'interno delle istituzioni, sia locali che nazionali, che gli garantivano la cura dei suoi interessi all'interno delle amministrazioni di appartenenza.  sarebbe stata così costituita e gestita una rete di rapporti che avrebbe consentito a Pini di ottenere un appalto milionario dall'ausl Romagna per la fornitura di mascherine, sebbene senza una particolare attitudine aziendale, lucrando sulla pandemia.

L'ARRESTO NEL 2020
E' stato l'arresto alla frontiera di due fratelli, soci di un'impresa di autotrasporti, provenienti dal Belgio a far partire le indagini. Trasportavano nel camion 28 chili di cocaina. Il trasporto era stato preceduto da un viaggio in nord Europa dell'imprenditore forlivese insieme ai due autotrasportatori poi arrestati. Inoltre nella primavera 2021 sono state eseguite alcune perquisizioni proprio presso alcuni degli indagati e operatori dell'ausl Romagna e dell'Agenzia delle dogane. I computer e i cellulari sequestrati hanno consentito di ricostruire i rapporti di Pini con i rappresentanti delle istituzioni, rivelando anche i suoi rapporti con esponenti politici di rilievo.

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