Angelika Hutter, niente aggravanti per la strage di Cadore: domani può uscire di cella

La 31enne tedesca ha investito e ucciso il piccolo Mattia (2 anni), il papà di 47 anni e la nonna materna (64)

Angelika Hutter, niente aggravanti per la strage di Cadore: domani può uscire di cella
di Olivia Bonetti
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Domenica 9 Luglio 2023, 07:09 - Ultimo aggiornamento: 09:24

BELLUNO Una sola telecamera. Ma potrebbe bastare per dare una svolta alle indagini sul triplice omicidio stradale di Santo Stefano di Cadore, nel Bellunese, in cui è stata sterminata metà famiglia di turisti veneziani. Un testimone inoltre ha visto Angelika Hutter, la 31enne tedesca alla guida dell'Audi litigare con una persona, salire in macchina e ripartire sgommando prima del tragico epilogo. Un'ipotesi è che l'investimento possa essere stato deliberato, frutto di una rabbia incontrollata. Le immagini dell'impianto di videosorveglianza del magazzino dell'alimentari De Candido di via Udine, la strada della tragedia, sono state acquisite dai carabinieri la sera stessa dell'incidente, giovedì 6 luglio. Scandiscono i secondi, quattro per l'esattezza, prima dell'investimento in cui sono morti il piccolo Mattia, che avrebbe compiuto 2 anni il 16 luglio, il suo papà Marco Antoniello, 47 anni, e la nonna materna Mariagrazia Zuin, 64 anni.

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LA CONVALIDA

Nelle prossime ore si saprà se la conducente, che fin dal giorno dell'incidente si è chiusa nel suo silenzio, parlerà: l'udienza di convalida di fronte al gip è fissata per domani mattina a Belluno. L'ipotesi d'accusa contro Angelika Hutter è omicidio stradale plurimo, le si contesta il 589 bis del codice penale primo e ottavo comma.

Il fatto che non abbia frenato e sia andata dritta sul marciapiede ha fatto scattare il dubbio che potesse esserci una volontarietà nell'atto. Anche se il procuratore di Belluno, Paolo Luca, parla chiaro: «Al momento lavoriamo sugli elementi empirici che abbiamo a disposizione, senza anticipare conclusioni che potrebbero essere fuorvianti, come quella del gesto volontario».

 

Non essendoci le aggravanti di alcol o droga, una eventuale scarcerazione potrebbe non essere così remota già domani. Ma gli inquirenti sono certi di avere in mano tutti gli elementi per chiedere la conferma del carcere: la donna è senza fissa dimora e non avrebbe un posto dove poter andare per eventuali domiciliari ed è una cittadina straniera, con pericolo di fuga. L'avvocato Giuseppe Triolo dal canto suo chiederà la scarcerazione: «È un incidente, può capitare a chiunque. La mia assistita è distrutta: non vuole essere neanche aiutata».

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LA VERITÀ

Ma a quanto andava l'Audi? Sono le 15, 14 minuti e 54 secondi di giovedì 6 luglio quando l'auto nera condotta dalla 31enne tedesca, di proprietà del padre, sfreccia sulla strada regionale 355 di Val Degano che porta a Sappada. Prima di lei una Panda cross che procede a una velocità contenuta. L'auto tedesca invece sfreccia a una velocità ben superiore ai limiti di quel tratto: un'arteria in centro urbano dove vige il limite di 50 orari. Poi lo schianto e nessun rumore di frenata. I militari stanno visionando il video. Davide Pavon, ingegnere meccanico di Mestre, è docente al master di Ingegneria forense organizzato dall'Ordine di Venezia. Iscritto all'albo dei consulenti tecnici del Tribunale lagunare, il professionista si occupa di ricostruire gli incidenti stradali, anche per conto delle compagnie di assicurazione. Per lui, con quel video in mano, al momento dell'incidente, calcolando i tempi tra il passaggio davanti alla telecamera e il botto che si sente, si può affermare che l'auto investitrice «potrebbe viaggiare a una velocità di 70-80 chilometri orari».
 

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