Rimini, calciatrice minorenne abusata dall'allenatore: «Stai zitta o finisco in carcere». Indagato un 43enne

Lui l’aveva ospitata spesso a dormire a casa sua

Rimini, calciatrice minorenne abusata dall'allenatore: «Stai zitta o finisco in carcere». Indagato un 43enne
di Mirco Paganelli
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Martedì 21 Novembre 2023, 13:11 - Ultimo aggiornamento: 23:19

Ha approfittato di un periodo di grande fragilità della ragazzina a lui affidatagli dai genitori per abusarne sessualmente, e poi, temendo di essere scoperto, ha provato a farle il lavaggio del cervello dicendole che il loro era un semplice rapporto platonico, come quello tra padre e figlia. È quanto ricostruito dalla procura di Rimini in merito alla vicenda che vede coinvolti una giovane, all’epoca dei fatti 13enne, e il suo allenatore di calcio di 43 anni, indagato per abusi. Secondo le indagini dei carabinieri avviate l’estate scorsa e coordinate dal sostituto procuratore Davide Ercolani, l’uomo avrebbe approfittato della minorenne nella sua abitazione, in un comune dell’entroterra riminese. Lì la giovane, con il consenso dei genitori, aveva trascorso anche diverse notti dato che il mister si era offerto di aiutarla non solo dal punto di vista atletico, ma anche su quello emotivo.

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LA VICENDA

I fatti risalgono al maggio scorso.

La ragazzina, che oggi ha 14 anni, milita in una squadra di calcio femminile romagnola allenata dal 43enne. In quel periodo la giovane adolescente stava attraversando momenti estremamente complicati sotto il profilo psicologico; era affetta da disturbi alimentari che ne avevano richiesto il ricovero presso un reparto di Neuropsichiatria infantile. È stato proprio nel contesto ospedaliero che la relazione fra la giocatrice e l’allenatore è venuta a galla. La paziente ha infatti cominciato a confidarsi con i terapeuti, che a loro volta hanno riferito tutto ai genitori. È stata la madre della ragazzina, oggi 14enne, la prima a rivolgersi in caserma. In base alla denuncia, durante il periodo più turbolento della sua adolescenza, la giovane ha incrociato l’offerta del tecnico di assisterla sul piano personale. Ne è nata un’amicizia oltre il campo di gioco, maturata presto in qualcosa d’altro. Conquistandosi passo dopo passo la fiducia della giovane atleta, il 43enne è arrivato ad ospitarla nella sua abitazione, e in alcune circostanze persino di notte: i genitori si fidavano di lui. 

Dallo scambio di abbracci, descritto dalla minorenne, si sarebbe andati ben oltre, come riporta l’ordinanza del gip. La 13enne si sentiva capita e voluta bene, ma soprattutto era convinta di vivere una storia d’amore. Infatuata di quell’uomo molto più maturo di lei, si sarebbe concessa almeno una volta. 
Dall’analisi del cellulare è emerso che la giovane, preoccupata da un’imminente visita ginecologica, aveva chiesto all’allenatore cosa dire ai medici. Dall’appuntamento sanitario sono cominciati a delinearsi i contorni della vicenda. Agli specialisti, la paziente ha confessato di avere una relazione sentimentale col proprio mister, raccontando più nello specifico cosa accadeva quando trascorreva la notte a casa sua.

LA MANIPOLAZIONE

L’uomo, temendo di essere scoperto, avrebbe cominciato ad inviare messaggi al telefono della ragazzina con l’accorgimento dell’autocancellazione dopo la lettura. Il suo tentativo – sempre in base alle indagini – era quello di convincerla che il loro era un rapporto platonico, innocente. Avrebbe persino chiesto alla ragazzina di non raccontare nulla, perché altrimenti sarebbe finito in carcere. Sono stati proprio questi messaggi, gli indizi raccolti dagli inquirenti che attesterebbero l’esistenza della relazione. Indizi che hanno indotto il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Rimini, Raffaella Ceccarelli, a disporre per il 43enne il divieto di avvicinamento a meno di 500 metri dalla giovane e dai luoghi da lei frequentati, oltre che il divieto assoluto di comunicare con qualunque mezzo con lei. «È una vicenda molto delicata. Il mio assistito - ha detto l’avvocato Francesco Vasini, difensore dell’allenatore - è stato già interrogato a fine ottobre. Quella del divieto di avvicinamento a meno di 500 metri è stata giudicata una misura sufficiente».
 

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