La P Fiduciaria, riconducibile a John Philip Elkann e collegata con una delle due società anonime del Liechtenstein dove sarebbe confluita parte dell’eredità della nonna, ha violato la normativa antiriciclaggio. L’ispezione avviata a luglio scorso dal Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza di Torino nei confronti della P Fiduciaria (perquisita una settimana fa nell’ambito dell’inchiesta dei pm torinesi) si è conclusa a metà dicembre «con rilievo»: cioè, sono state riscontrate delle irregolarità rispetto alla legge antiriciclaggio. E questo nonostante Yaki avesse presentato il 31 ottobre, nel corso dell’ispezione dei militari, dichiarazioni integrative sui redditi relative agli anni di imposta 2019-2020-2021, «da cui emerge, oltre alla disponibilità di beni collocati all’estero ragionevolmente derivanti dall’eredità di Marella Caracciolo - si legge nel decreto di perquisizione che è stato notificato dalla Procura torinese a John Elkann nella veste di indagato - la presenza di redditi tramite Cfc (Controlled foreign companies), tra cui Blue Dragons Ag e Dancing Tree Ag». L’indirizzo di queste due società anonime (nel principato del Liechtenstein) e corrisponde a quello dove ha sede Tremaco Trust, il “trust di famiglia Agnelli-Elkann”. In quella stessa via ha domicilio anche la Bundeena Consulting inc, società costituita nel 2004 a Tortola, nelle Isole Vergini Britanniche, di cui Marella «è risultata essere stata titolare effettiva» e sulla quale gli inquirenti ritengono siano detenuti «ulteriori beni, produttivi di reddito, derivanti dall’eredità del senatore Gianni Agnelli», presumibilmente sfuggiti al fisco italiano.
IL DOSSIER
E ora Bankitalia, tramite l’Unità di Informazione finanziaria per l’Italia di cui è capo Enzo Serata, è scesa in campo per fare chiarezza sulla P Fiduciaria, una delle scatole riconducibili al presidente di Exor e di Stellantis.
IL MAGNATE RUSSO
Tra le operazioni sotto i riflettori dell’antiriciclaggio c’è anche un bonifico da 10 milioni di euro partito il 18 giugno 2021 da un conto corrente di Banque Havilland a Vaduz (capitale del Liechtenstein) intestato all’oligarca Valery Gulev, ex manager della Gazprom, con passaporto russo-cipriota. Il finanziamento è stato effettuato a titolo di versamento in conto aumento capitale ad Elettra srl, una società di sviluppo di progetti immobiliari, che ha come socio di maggioranza relativa la Simon Fiduciaria spa, la cui sede legale è stata perquisita una settimana fa dai finanzieri su ordine dei pm torinesi ed è considerata un possibile schermo usato dagli Agnelli-Elkann. Tant’è vero che prima la Simon era riconducibile all’avvocato Franzo Grande Stevens, consulente di Gianni Agnelli, nonché suo esecutore testamentario.
Le fiduciarie hanno un ruolo da protagoniste nell’inchiesta della Procura di Torino sull’eredità Agnelli, in cui si ipotizza al momento un’evasione dell’Irpef da 3,7 milioni di euro di cui sarebbe artefice Marella (deceduta a febbraio 2019) in concorso con il nipote maggiore, lo storico commercialista di famiglia Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen. Il 19 maggio 2004 la Caracciolo cedette ai fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann la nuda proprietà delle quote della Dicembre Ss (cassaforte della famiglia), riservandosi il diritto di usufrutto, e il «pagamento delle quote apparentemente venne effettuato mediante disposizioni fiduciarie (Gabriel Fiduciaria srl) e conti bancari esteri (Pictet & Cie di Ginevra)», si legge nel decreto di perquisizione. Peccato che «allo stato è non documentato» tale pagamento.