Ecco il bancomat ambulante: spunta il Pos in spiaggia. Gli artigiani in ritardo

Ecco il bancomat ambulante: spunta il Pos in spiaggia. Gli artigiani in ritardo
di Veronica Cursi
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Giovedì 17 Luglio 2014, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 5 Luglio, 11:03

Mosè arriva in spiaggia e sfodera tutta la sua mercanzia. Da un bustone scintillante stracolmo di pietre e bracciali spunta una lunghissima collana rosso fuoco.




La 40enne in bikini fucsia si risveglia dal torpore del massaggio appena fatto. «Rubino e smeraldo, ecco l’ultima arrivata», dice l’ambulante che in fatto di tendenze la sa lunga e da una borsa a tracolla tira fuori il pos.
«Sono 350 euro, carta o bancomat?», chiede senza esitazioni. Il pagamento è veloce e sicuro, proprio come al negozio. Solo che qui siamo sotto la tenda di un lussuosissimo stabilimento balneare di Forte dei Marmi, cuore modaiolo della Versilia. Dove fare acquisti con la carta, anche dal vu cumprà, e una tendenza ormai consolidata.

DA 25 ANNI
Mosè fa su e giù in queste spiagge da 25 anni. Niente di nuovo se si pensa che le spiagge italiane sono piene di venditori, ma in un Paese come il nostro dove è difficile persino far accettare ai commercianti il pagamento con carta (come prevede la legge) per spese sopra i 30 euro, certo è una bella sorpresa vedere un ambulante esibire il pos in spiaggia con questa disinvoltura.
«Le mie creazioni sono tutte artigianali, fatte dalla famiglia in Burkina Faso e poi vendute al mare - spiega Mosè che dal Senegal è arrivato in Italia nel 1988 -. Ho una licenza da ambulante e un’attività commerciale registrata regolarmente». Niente contraffazioni dunque, ma puro, coloratissimo e non proprio economico artigianato. Ogni estate una nuova collezione, Mosè è il re delle pietre del Forte.

ANCHE SHAKIRA
Lo conoscono tutti, gli italiani, ma anche i tantissimi stranieri russi, inglesi e americani che da qualche anno si sono innamorarti di queste coste. «Anche Shakira va pazza dei miei gioielli, ma non lo scrivere», dice con la riservatezza di chi vuole proteggere i suoi clienti più affezionati. Collane di onice e smeraldi, perle, bracciali di pitone. Per indossare una sua creazione si spendono da 150 ai 400 euro: da qui l’idea 4 anni fa di utilizzare il pos. Apprezzatissimo dalle signore che certo in borsa, tra creme solari e occhiali da sole, non girano con tutti questi contanti.
Ma Mosè non è l’unico a vendere con il pos su queste spiagge. Mohammed, 40 anni, anche lui del Senegal, tra le “fashion addicted” del Forte è una sorta di istituzione. A nulla valgono gli avvisi affissi dentro le cabine degli stabilimento: «Non comprate merce contraffatta», quando arriva lui in spiaggia con i suoi bustoni carichi di ogni ben di Dio, non c’è n’è per nessuno, le signore vanno in visibilio.
Chanel, Balenciaga, Hermes, Bottega Veneta. Borse che al negozio costerebbero anche 5 mila euro, qui in spiaggia (ovviamente false) te le porte via a 3-400 euro. E se non hai soldi liquidi? Nessun problema. Ecco che spunta il pos «ma solo per le clienti più affezionati», tiene a precisare. Acquisti di un certo peso per una compera sotto il sole.
Si mormora che qualche elegante signora russa abbia speso anche 11 mila euro per una borsa di coccodrillo.

I russi di solito però - spiffera qualche ambulante - preferiscono pagare in contanti. Il pos è utilizzato soprattutto dalle italiane che non resistono alla contraffazione di lusso e pagano con la carta, con tanto di scontrino e ricevuta, proprio come in boutique. Tanto in città lontano dalle malelingue della spiaggia si fa sempre in tempo a spacciarle per vere.

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