Ha imparato a suonare da solo e ora porta la musica del suo pianoforte a coda in piazze e strade delle citt italiane perch si era stancato di vedere i teatri sempre mezzi vuoti. Un pianoforte “fuori posto”: suona in piazza di Spagna il pianista itinerante Paolo Zanarella
Paolo Zanarella, in arte il “pianista fuori posto”, è a Roma fino al 28 marzo, prima in Piazza di Spagna e poi nella Galleria Alberto Sordi. L’idea è nata 5 anni fa, e da allora Paolo, pianista e compositore, gira l’Italia portando le sue melodie su e giù per le città della Penisola.
L’intento? «Non solo diffondere la mia musica – dice – ma avvicinare la gente a questo strumento straordinario che è il pianoforte, che troppo spesso viene sottovalutato». Munito del suo carrello brevettato (non è facile trascinare un pianoforte a coda da una città all’altra), suona tutto il giorno, anche 10-11 ore senza fermarsi, assicura lui, permessi permettendo.
«Non ho mai messo piede in un conservatorio, ho imparato a suonare da autodidatta», precisa Zanarella. Con qualche perplessità da parte dei vari pianisti del Conservatorio, che a sentire lui «non ne sono molto felici. Quelli che escono dalle scuole di musica non lavorano, mentre io viaggio e suono come mi pare».
Ad apprezzare l’iniziativa un po’ fuori dalle righe sono soprattutto i turisti, più degli italiani. Molti fanno i complimenti per la geniale idea e molti altri comprano i suoi Cd, mentre le scolaresche si fermano a chiedergli se possono strimpellare qualcosa. I posti in cui ha suonato che più gli sono rimasti nel cuore sono Milano, Ferrara e Ravenna, oltre a Padova, la sua città d’origine.
E i suoi tre figli cosa pensano di questo papà itinerante? «Per loro è normale, tutti i padri hanno un lavoro e questo è il mio». Non sempre il “Pianista fuori posto” viene accolto a braccia aperte, però. Molte volte, anzi, è stato letteralmente “sgomberato”. «Le istituzioni sono molto rigide con il controllo – racconta - Ti mettono i bastoni tra le ruote, imbrigliano anche una piccola esperienza musicale come questa. Adesso ho capito come fare ad ottenere i permessi e non ho più problemi, ma per esempio qui a Roma posso suonare solo quattro ore al giorno». Quattro ore, a giudicare dal nutrito pubblico dei passanti che si fermano a sentirlo suonare sotto la pioggia, particolarmente apprezzate.