Datagate, il giallo sulla sede dello spionaggio
nell'ambasciata americana a Roma

L'ambasciata americana a Roma
di Cristiana Mangani e Sara Menafra
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Domenica 27 Ottobre 2013, 13:19 - Ultimo aggiornamento: 13:20
Che la sede dell’ambasciata americana a Roma ospiti anche gli uffici della Cia un fatto noto. Nel prestigioso palazzo di via Veneto c’ anche la centrale di ascolto autorizzata nell’ambito degli accordi Nato, la cosiddetta centrale Sigint, che ha «orecchie» aperte a Sigonella e si occupa o si dovrebbe occupare soprattutto di terrorismo e di monitorare le aree calde del Mediterraneo. La rivelazione di Spiegel on line sulla presenza di una centrale di ascolto puntata sulle sedi del governo tedesco all’interno dell’ambasciata di Berlino, però, alimenta i sospetti sulla sede americana in Italia.

Il documento proveniente dall’archivio di Edward Snowden dice solo che nella capitale italiana c’è una delle 19 sedi europee dello Scs, lo Special collection service, una organizzazione con personale misto Cia ed Nsa che si occupa essenzialmente di intercettare comunicazioni via internet e cellulare anche di esponenti politici (e dunque agendo al di fuori degli accordi internazionali). Ma già ieri sera cominciavano a circolare le prime conferme sul fatto che la sede italiana del Dipartimento possa essere appunto in via Veneto. Non lontano dai palazzi del potere che potrebbero essere sorvegliati anche tramite potenti attenne, esattamente come accade in Pariser Platz.



IL COPASIR

Il caso probabilmente esploderà domani, durante la riunione del Copasir già calendarizzata da tempo (è prevista l’audizione del procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro). «Avevo chiesto da giorni di convocare il direttore del Dis Giampaolo Massolo», dice Claudio Fava di Sel: «Non ho avuto risposta e mi pare un fatto grave. Faccio notare che tutti gli altri paesi europei hanno avuto su questo argomento un atteggiamento ben diverso, chiedendo chiarimenti alle rispettive ambasciate Usa o ai propri servizi segreti». È possibile che le nuove rivelazioni di queste ore costringano il presidente della commissione Giacomo Stucchi della Lega Nord a riaprire il dibattito per un nuovo giro di audizioni.



GLI AMERICANI

Dall’Ambasciata americana a Roma, per il momento, non arriva nessuna comunicazione sull’argomento. Come è accaduto man mano che lo scandalo Datagate esplodeva in altri paesi, la linea è semplicemente quella di aspettare le rivelazioni provenienti dall’archivio dell’ex analista della Nsa Edward Snowden ed agire di conseguenza, senza anticipare nessun passo né fornire spiegazioni a priori. Anche perché finora, si spiega negli ambienti dell’intelligence italiana, gli ascolti extra-accordi si sono sempre basati su una sorta di un patto tacito che permetteva agli Stati uniti, ma anche ad altri paesi europei, in particolare la Francia, di ascoltare più del dovuto senza che questo scatenasse problemi diplomatici.
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