La spedizione del Cai di Leonessa
in Pakistan ora è diventata un film
La proiezione domenica 28

La spedizione del Cai di Leonessa in Pakistan ora è diventata un film La proiezione domenica 28
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Domenica 21 Dicembre 2014, 20:52 - Ultimo aggiornamento: 20:53
LEONESSA - A poco più di tre mesi dal rientro in Italia si può certamente parlare di un bilancio positivo, con delle belle conquiste in ambiente pakistano, per la spedizione alpinistica Karakorum 2014 patrocinata dalla sezione Cai di Leonessa, dalla Provincia di Rieti e dal Comune di Leonessa. Sono state scalate in stile alpino due belle vette inviolate nell'area dell'Homboro Valley, oltre aduna salita al Gondogoro Peak.



LA SPEDIZIONE

Il team, costituito da Pino Calandrella (capo spedizione), Riccardo Innocenti, Stefano Cascavilla, Marco Chiaretti, Giuseppe Battaglia, Domenico Perri e Ilona Mesits, era partito il 25 luglio scorso alla volta del Pakistan, con l'intento di scalare vette inviolate in una valle nei pressi del villaggio pakistano di Hushe (Baltistan), non molto lontano dal grande K2.



OBIETTIVO AVVENTURA

Una spedizione con obiettivi interessanti sin dalle premesse, anche se pur a quote non altissime per il Karakorum viste le poche settimane a disposizione. Il progetto, infatti prevedeva la salita non alla solita vetta iper gettonata, ma un obiettivo sconosciuto e di cui si disponevano solo pochissime foto e qualche carta pakistana e russa, di dubbia utilità. La ricerca dell'avventura alpinistica genuina era quindi nelle premesse e, combattendo anche con le diverse patologie mediche note a chi fa alpinismo in queste zone del mondo, e che uno ad uno hanno colpito tutti i componenti della spedizione, si è avuta la possibilità di vivere una spedizione in una lunga valle in cui non c'erano altri alpinisti, in cui non ci sono campi base organizzati, insomma in cui non va nessuno (4 spedizioni da sempre e l'ultima quasi dieci anni fa).



Dopo aver installato il campo base a quota 4100 metri, e valutato con stupore il notevole cambiamento delle condizioni di neve e ghiaccio delle pareti rispetto alle foto di soli dieci anni prima (innalzamento della quota ghiaccio di circa mille metri!), si è dovuto affrontare un approfondito studio delle vette inviolate potenzialmente scalabili. L'attenzione del team si è orientata verso due montagne in una piccola valle laterale sul lato sud dell'Homboro Valley.



Dopo aver lasciato il campo Base e posizionato un campo (C1), a quota 4240 metri, sul lato opposto della valle, cinque alpinisti del gruppo hanno risalito il fronte tormentato di un ghiacciaio superiore sino a raggiungere una piccola valle glaciale dominata dalle due interessanti vette. Le cordate hanno risalito il ghiacciaio sino alla crepaccia terminale a circa 5000 metri.



Da questo momento la cordata di Pino Calandrella, con Marco Chiaretti e Stefano Cascavilla, si è orientata sulla vetta di sinistra (che è stata battezzata Leonessa Peak per ovvi motivi di campanile) e la cordata di Riccardo Innocenti, con Giuseppe Battaglia, sulla vetta di destra (che è stata battezzata Nunziatella Peak in quanto entrambi hanno frequentato la scuola militare della ”Nunziatella” di Napoli).



La scalata del Leonessa Peak, ha comportato la salita, dopo la crepaccia terminale, di una parete di ghiaccio di circa 400m, con una pendenza iniziale di circa 40°, sino ai 75°-80° dell'uscita in cresta. Si è scalato su ghiaccio scuro appena ricoperto da neve granitosa più recente. La salita ha esposto le cordate a degli importanti rischi oggettivi, vista l'incombenza di un'enorme cornice strapiombante di neve e ghiaccio appoggiata in cresta e sulla quale, sul lato sinistro, la cordata è riuscita a salire nel tratto più verticale della via.



Dalla cresta orientandosi verso est, Calandrella, Chiaretti e Cascavilla hanno raggiunto la base del gendarme roccioso sommitale, e di qui, idealmente per tutta la cordata vista l'esiguità della cima, Pino Calandrella ne ha raggiunto la sommità a quota 5398m. La via di salita con i sui 1150m di dislivello, le difficoltà tecniche e i rischi oggettivi è stata valutata complessivamente con il grado D+.



Contemporaneamente la cordata di Riccardo Innocenti e Giuseppe Battaglia, superata la crepaccia terminale e percorso un centinaio di metri del pendio sulla stessa linea di salita della cordata di Calandrella, ha poi deviato a destra su roccia, orientandosi sulla vetta di destra. La salita su roccia, di pessima qualità, ha comportato la realizzazione di soste e protezioni su spuntoni e grande attenzione ai possibili crolli, uno dei quali ha lambito miracolosamente Giuseppe Battaglia, causandogli "solo" una contusione ad un ginocchio, che comunque non gli ha impedito di completare la scalata.



La salita a Nunziatella Peak, con i suoi 5376 metri,ha comportato altresì il superamento di un tiro finale verticale su ghiaccio di 85° per superare al limite destro la grande cornice sommitale, ha consentito ad entrambi gli alpinisti il raggiungimento della vetta. La via è stata valutata complessivamente con un grado D per i circa 1150 metri di dislivello.



Le vie di salita saranno denominate com'è consuetudine Vie degli Italiani. Ritornati ad Hushe, il gruppo torna al completo con l'incontro con Domenico Perri ed Ilona Mesits, e visti i pochi giorni rimasti si decide di compiere una scalata al Gondogoro Peak (5650 metri). Purtroppo, altri improvvisi problemi di salute, legati sopratutto a questioni alimentari, hanno costretto Pino Calandrella, Stefano Cascavilla, Marco Chiaretti e Riccardo Innocenti a rinunciare e a ridiscendere a valle per poi rientrare anticipatamente in Italia. Il Gondogoro Peak è stato scalato da Domenico Perri, Ilona Mesits e Giuseppe Battaglia percorrendo la via classica dalla valle dal Gondogoro Glacier.





IL RIENTRO IN ITALIA

Il 16 agosto si è completato il rientro di tutti i componenti della spedizione, tutti giunti in Italia dopo un lungo e faticoso viaggio sulla Karakorum Highway. Si è conclusa così una bella esperienza alpinistica che ha anche consentito di conoscere e condividere le mille difficoltà di una popolazione, che pur in una grande povertà, si è dimostrata sempre cortese ed ospitale, e di cui anche in questo periodo storico difficile per la politica internazionale, non ci si deve dimenticare. Un ringraziamento particolare va a quelle aziende amiche che hanno deciso di aiutare la realizzazione di questa piccola grande avventura alpinistica: Karpos e Salewa attraverso ClimberStore di Roma, RedFox di Marco Priori, La Birreria Der Lowe di Leonessa e il centro commerciale Tiberinus di Capena.



IL FILM REALIZZATO

Domenica 28 dicembre prossimo presso l’Auditorium Santa Lucia in Leonessa, si potrà assistere al primo appuntamento ufficiale con i membri della spedizione che presenteranno il film ottenuto dal montaggio dei video girati nella loro avventura pakistana.





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