Luigi Berlinguer: ​«Il principio di autorità non è più rispettato è l’onda lunga del ‘68»

Luigi Berlinguer: «Il principio di autorità non è più rispettato è l’onda lunga del ‘68»
di Mario Ajello
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Giovedì 15 Febbraio 2018, 00:25 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 19:40
Professor Berlinguer, come spiega le aggressioni dei genitori ai danni degli insegnanti?
«A scuola ormai, e questo è un gran bene, vanno quasi tutti. Ma ci sono delle famiglie, spesso le più disagiate, che si disinteressano della vita scolastica dei loro figli. E quanto meno conoscono il corpo insegnante tanto più ne disconoscono il ruolo e l’autorità». 

C’è del sessantottismo postumo in questi atteggiamenti, anche violenti, di rifiuto dell’autorità? 
«Credo ci sia qualcosa di più ancestrale. Ma l’onda lunga del ‘68 in qualche maniera può rientrarci. Una linea libertaria come quella, se non è accompagnata dalla responsabilità e dal rispetto della libertà degli altri, può diventare sopruso e violenza. Dai tempi dei greci esiste questa connessione tra libertà e responsabilità. Con il ‘68 questo nesso si è rotto. Sostituito dalla libertà per la libertà che, secondo me, non è libertà. Ma le voglio dire un’altra cosa».

Prego.
«Il principio della diversità dei ruoli dev’essere sacrosanto in una società complessa qual è quella odierna. Non puoi dire al guidatore dell’autobus: spostati, perché adesso guido io». 

E’ quanto dicono i genitori ai professori?
«Questo è l’atteggiamento di alcuni di essi. Non danno una vera delega agli insegnanti perché istruiscano i figli. Pretendono soltanto che diano loro un titolo di studio. Ci sono genitori che si sentono sindacalisti dei propri figli e a loro non interessa tanto che i ragazzi vengano formati ma rispettati». 

Il non rispetto dell’autorità è una fenomeno che lei vede anche al di fuori della scuola? 
«Certo, basti pensare a tutte le teorie contro la scienza. Alla follia, per esempio, di contrastare i vaccini».

Come si fa a combattere la violenza contro gli insegnanti?
«Intensificando il rapporto tra scuola e familiari, specie per le famiglie più assorbite dalle proprie necessità di sopravvivenza. Le scuole devono essere aperte sempre di più, ovviamente nel rispetto dei ruoli. Il genitore deve sapere di più della vita scolastica dei figli. Più ne sa e più rispetta il lavoro dei docenti».
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