Centri di ascolto, professionisti e parrocchie per prevenire le tragedie, l'esperta: «Il primo passo è superare la vergogna»

Centri di ascolto, professionisti e parrocchie per prevenire le tragedie, l'esperta: «Il primo passo è superare la vergogna»
di Barbara Savodini
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Mercoledì 14 Febbraio 2018, 11:21
All’indomani della notizia di quattro suicidi in altrettanti giorni sono molti i cittadini che si stanno interrogando su quale direzione abbia preso l’attuale società, sempre più chiusa e poco attenta a interpretare le silenziose richieste d’aiuto del vicino di casa come del familiare. È davvero possibile prevenire simili tragedie? Non è facile dare una risposta ma sapere che esistono centri d’ascolto e reti di volontari in grado di aiutare concretamente chi sta attraversando un momento delicato può sicuramente fare la differenza.

A Monte San Biagio, dove lunedì ben due persone si sono tolte la vita, per esempio, presso la Caritas di via Appia è attivo uno sportello in grado di fornire, non solo supporto materiale in termini di spesa e abiti, ma anche psicologico. «L’aiuto offerto in queste sedi – spiega il parroco Don Emanuele Avallone – può essere di diversi tipi, a volte basta ricevere un sorriso per ritrovare il senso smarrito della vita, ma i nostri volontari sono in grado anche di offrire assistenza legale, sanitaria o economica in collaborazione con i servizi sociali del Comune. Non sono mancati casi in cui siamo riusciti ad aiutare persino persone finite nella rete dell'usura. Purtroppo, con la crisi, sempre più persone si trovano in situazioni difficili da gestire e il punto di partenza è in ogni caso quello dell’ascolto».

Oltre al centro di Monte San Biagio aperto il martedì e il giovedì pomeriggio, ci sono anche sportelli simili a Fondi: il mercoledì pomeriggio presso la chiesa di San Francesco e il sabato mattina presso la parrocchia di Santa Maria. Per situazioni psicologiche o cliniche più complesse è invece sempre operativo il Centro di Salute Mentale della Asl che si trova presso l’ospedale San Giovanni di Dio ed è aperto tutti i giorni.

«La prima barriera da superare – spiega Virginia Faiola, psicologa di Fondi - è quella della vergogna, spesso sommata a una totale ignoranza della materia. I problemi di natura psicologica che potrebbero sfociare in sintomi depressivi sono in effetti molto comuni nella nostra società e per liberarsene il punto di partenza è esternarli con il dialogo, con un familiare, un amico o meglio con un professionista. Il sostegno psicologico, purtroppo, è ancora un tabù ma è invece importantissimo soprattutto in questi ultimi anni in cui è venuta meno la struttura famigliare forte che contraddistingueva la società del passato». Mai vergognarsi di chiedere aiuto, è dunque l'appello dell'esperta, ma neppure di offrirlo in caso di sintomi quali tristezza o prolungato e improvviso silenzio da parte di un nostro caro. 
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