Atac, referendum su messa a gara trasporti il 3 giugno

Atac, referendum su messa a gara trasporti il 3 giugno
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Martedì 30 Gennaio 2018, 20:21 - Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 16:31

Si svolgerà il 3 giugno il referendum cittadino, promosso dai Radicali Italiani, per la messa a gara del trasporto pubblico di Roma. La sindaca Virginia Raggi ha firmato l'ordinanza per indire la consultazione cittadina tra quattro mesi. Intanto, continuano i giorni febbrili per l'Atac: oggi il Tar del Lazio ha dato torto all'azienda dei trasporti di Roma che aveva fatto ricorso contro la maxi-sanzione da 3,6 milioni di euro inflittale dall'Antitrust nel luglio 2017 per una pratica commerciale, ritenuta scorretta, su corse cancellate e mancata informazione ai consumatori. Ora la municipalizzata sta valutando il ricorso al Consiglio di Stato. Il trasporto pubblico di Roma è affidato in house ad Atac e di recente, nel percorso del concordato preventivo scelto per risanare l'azienda gravata da 1,3 miliardi di debiti, tale affidamento è stato procrastinato fino al 2021. I Radicali Italiani, che già avevano polemizzato su questa scelta, oggi tuonano sulla data indicata da Virginia Raggi per il referendum: «Avevamo chiesto di accorpare la consultazione cittadina con l'Election Day del 4 marzo, ma si è scelto il 3 giugno. In questo modo si penalizza la partecipazione, che nel periodo estivo è notoriamente inferiore, e si buttano tra i 10 e i 15 milioni di euro di fondi pubblici, che potevano essere risparmiati fissando anche il referendum il 4 marzo».

Solo la scorsa settimana l'Assemblea capitolina ha approvato la delibera che ha consentito all'Atac di depositare in Tribunale il piano per il concordato preventivo, il percorso con cui la giunta Raggi ha voluto sancire la decisione di mantenere pubblica l'azienda dei trasporti partecipata al 100% del Comune di Roma. L'iter che condurrà al responso finale sul concordato, una sorta di accordo con i creditori sotto l'egida del Tribunale, si stima possa durare un anno. La consigliera comunale del Pd Ilaria Piccola, intanto, nel pomeriggio ha lanciato un ultimatum: se entro due giorni non avrà il piano industriale di Atac, consegnato venerdì scorso al Tribunale fallimentare di Roma, si presenterà nella sede Atac di via Prenestina «con i carabinieri. Il piano - denuncia - è ancora un segreto per i consiglieri comunali nonostante sia un documento pubblico». Sulla maximulta, secondo il Tar, la condotta dell'Atac «legittimamente è stata ritenuta scorretta, in quanto contraria ai canoni di diligenza richiesti, nonché ingannevole» e la tesi dell'Autorità in merito all'ingannevolezza della pratica è «logica e adeguatamente argomentata».

La pratica commerciale sanzionata consisteva «nel frequente e sistematico mancato rispetto dell'orario diffuso presso le stazioni e attraverso il sito Internet» e nella «mancata diffusione preventiva di informazioni riguardo all'impossibilità di effettuare determinate corse». Chi chiede che la multa debba portare ad «effetti concreti» in favore dei cittadini è il Codacons, che propone di ridurre per il 2018 i costi degli abbonamenti mensili ed annuali visto che «alcune linee di trasporto pubblico, come la Roma-Lido, sono le peggiori d'Europa, per la bassissima qualità del servizio reso».

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