Papa Francesco ha ascoltato attento limitandosi a riconoscere «l'angoscia per il flagello della guerra e per le difficoltà economiche». Bergoglio era stato reiteratamente invitato dalla comunità greco cattolica ucraina a visitare Kiev finora non lo ha potuto fare perché la realpolitik vaticana lo ha impedito, considerando il cammino diplomatico di collaborazione intrapreso con Mosca e con il Patriarcato ortodosso. «Sono qui per dirvi che vi sono vicino: vicino col cuore, vicino con la preghiera, vicino quando celebro l'Eucaristia. Lì supplico il Principe della Pace perché tacciano le armi», ha aggiunto il pontefice.
Poche parole sull'argomento e niente più, ma del resto il Papa da quando è scoppiata la guerra a Donetsk si trova a gestire una situazione spinosissima, da una parte di vicinanza agli ucraini, dall'altra di deferenza per i russi, preziosi alleati su vari fronti. Qualche settimana fa il parlamento ucraino, ha approvato una legge «sul ripristino della sovranità statale dell’Ucraina sul territorio temporaneamente occupato delle regioni dell’Ucraina di Donetsk e Lugansk», le province orientali teatro, dal 2014, di furiosi combattimenti con i separatisti sostenuti da Mosca. Il provvedimento definisce la Russia un Paese «aggressore» ed è passato con 280 voti a favore su un totale di 450 seggi presenti nella Camera.
Papa Francesco rendendosi conto che il tema della guerra in Ucraina era dinamite pura di questi tempi, ha preferito virare su altri argomenti meno impegnativi. Come l'alto numero di badanti ucraine presenti sul nostro territorio. «Vorrei rivolgere un pensiero riconoscente alle tante donne, che nelle vostre comunità sono apostole di carità e di fede. Siete preziose e portate in molte famiglie italiane l'annuncio di Dio nel migliore dei modi, quando con il vostro servizio vi prendete cura delle persone attraverso una presenza premurosa e non invadente».
E ancora (sempre rivolto alle badanti) ha aggiunto. «Vi invito a considerare il vostro lavoro, faticoso e spesso poco appagante, non solo come un mestiere, ma come una missione: siete i punti di riferimento nella vita di tanti anziani, le sorelle che fanno loro sentire di non essere soli. Portate il conforto e la tenerezza di Dio a chi, nella vita, si dispone a prepararsi all'incontro con lui. È un grande ministero di prossimità e di vicinanza, gradito a Dio, di cui vi ringrazio».
Prima di ripartire per il Vaticano ha deposto un fiore nella cripta dove sono sepolti sacerdoti della comunità greco cattolica. I giornalisti che volevano fare domande a monsignor Shevchuk sono stati bloccati da un sacerdote. «Non sono previste domande».
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