La sua vicenda è esemplare. Nessuno, meglio di lui, incarna il detto “nemo propheta in patria”. I suoi film, in Italia, hanno diviso la critica. “Io sono l’amore”, acclamato in tutto il mondo, da noi è stato stroncato. “A Bigger Splash”, travolgente noir dall’energia pop, non ha convinto i critici fino in fondo. Ma adesso che “Chiamami col tuo nome” è entrato in finale all’Oscar nella categoria principale (e non in quella del miglior film straniero), tutti si precipitano a saltare sul carro del vincitore. Bravo, bene, bis, sei la bandiera del cinema italiano.
Sarebbe bastata un po’ più di attenzione e oggettività da parte della critica, in tempi non sospetti, per capire che Guadagnino era un fuoriclasse e aveva tutti i numeri per rappresentare al meglio il nostro cinema a livello internazionale. Per fortuna le 4 nomination all’Oscar gli rendono giustizia.
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