I relatori in una prima fase hanno decifrato che la serietà e la severità nella produzione sono la base per poter offrire tipicità, la relazione con un valore economico maggiore del prodotto è sicuramente giustificato dall’impegno umano e di risorse messe a disposizione. Il Montepulciano d’Abruzzo è risultato, per tutti, il vino più idoneo a sopportare l’internazionalizzazione mantenendo pressoché integra la tipicità a differenza di molti altri vini doc italiani, che magari necessitano di vitigni correttivi da utilizzare in fase di vinificazione.
Con l’occasione, è stato presentato il nuovo vino della Cantina Galasso, a suggellare un percorso iniziato nel 2009 e dopo 8 anni di affinamento è oggi offerto al pubblico, una sfida combattuta contro il tempo che grazie alla selezione e alle caratteristiche del Montepulciano coltivato in altitudine ha permesso di ottenere una “Gran Riserva” pronta a soddisfare l’esigenza del degustatore moderno sempre attento alla ricerca di prodotti unici.
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