Roma, «Finte urgenze e pochi bandi»: stretta sugli appalti senza gara

Roma, «Finte urgenze e pochi bandi»: stretta sugli appalti senza gara
di Lorenzo De Cicco
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Domenica 7 Gennaio 2018, 09:12
La riforma, in qualche modo, è figlia di Spelacchio: il pasticcio dell'appalto che ha portato dal Trentino a Roma l'abete rinsecchito che tra qualche ora verrà rimosso da piazza Venezia ha convinto la giunta Raggi a mettere mano alle commesse affidate senza gara, quella pletora di appalti medi e piccoli assegnati dai funzionari del Comune a trattativa diretta. Il sistema va cambiato, perché troppo spesso gli uffici procedono con le assegnazioni senza verifiche adeguate oppure prendono a pretesto urgenze opinabili pur di scavallare gare e procedure aperte.

Arriveranno allora nuove norme per far ruotare i fornitori, rendere più stringenti i controlli sulle «emergenze» dichiarate da chi gestisce gli appalti e soprattutto il nuovo metodo varrà per tutti i dipartimenti del Campidoglio, che oggi invece agiscono in autonomia l'uno dall'altro, generando una serie di atti spesso in contraddizione tra loro.

LE FALLE
Il caso Spelacchio, come detto, è stato la dimostrazione di un certo lassismo a cui andrebbe messo riparo. A metà novembre il Comune ha assegnato l'incarico a trattativa diretta perché, si legge tra le righe nella determina del Servizio Giardini, Natale era alle porte e di tempo ne era rimasto poco. Insomma, ha prevalso «l'urgenza» della missione sulla trasparenza della procedura. Come se l'avvento delle feste fosse spuntato da un giorno all'altro, senza preavviso, anziché essere presente sul calendario, diciamo, da un paio di millenni. È un caso-limite, certo, ma nei rivoli della burocrazia capitolina di episodi simili se ne contano a bizzeffe, ecco perché l'amministrazione ha deciso che serve un giro di vite.

Insomma, sarà anche vero che per far ripartire il settore degli appalti romani «il rimedio è applicare la naturopatia nei lavori», come ha detto su queste colonne l'assessora ai Lavori Pubblici, Margherita Gatta, grillina doc e appassionata di medicina alternativa, ma di sicuro, per portare un po' di rigore e ridurre al minimo certi malcostumi, servono soprattutto regole severe.

IL POOL
La macchina amministrativa, allora, si è già messa in moto. Al nuovo Regolamento degli appalti sotto soglia - quelli per cui non è obbligatoria una gara europea, sotto i 5,2 milioni per i lavori pubblici e sotto i 209mila euro per i servizi - sta lavorando un pool di esperti provenienti da diversi uffici: dal Segretariato generale all'Avvocatura capitolina, dal dipartimento Razionalizzazione della Spesa agli uffici della Manutenzione Urbana.

L'obiettivo è arrivare a una procedura unitaria per tutti gli uffici, perché oggi ogni settore dell'amministrazione si regola a modo suo. Col nuovo codice, saranno previste verifiche serrate sulle «urgenze», che dovranno essere motivate in modo scrupoloso, per ridurre al minimo la discrezionalità del funzionario che gestisce l'appalto. La scusa del Natale alle porte non dovrebbe essere più presa per buona e anche le proroghe concesse in extremis dovrebbero finire cassate, per privilegiare gli uffici che riescono a programmare le proprie spese.

Con il nuovo regolamento sarà prevista la rotazione dei fornitori nelle procedure negoziate, per allargare la platea nelle trattative chiuse, dove un gruppo ristretto di imprese viene selezionato da un albo pubblico per presentare un'offerta. E saranno introdotte modalità di invito più trasparenti rispetto a quelle in vigore oggi, dove il potere decisionale dei dipendenti comunali è ancora piuttosto ampio, al netto dei paletti fissati dal Codice dei contratti.
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