Roma, false griffe, boom di sequestri: scoperte le centrali al Pigneto

Roma, false griffe, boom di sequestri: scoperte le centrali al Pigneto
di Camilla Mozzetti
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 3 Gennaio 2018, 08:15
Erano pronte a essere immesse nel mercato abusivo e illegale della Capitale. Confezionate scrupolosamente e perfettamente simili alle originali. Borse soprattutto, ma anche portafogli, guanti. E poi ancora abiti e accessori come maglioni, felpe, ma anche piumini e cappotti, copiati alle più note e famose case di moda internazionali. La polizia municipale di Roma Capitale ieri ha messo a segno un blitz in un deposito del Trullo sequestrando 5mila oggetti contraffatti. La prima operazione del 2018 contro il commercio abusivo che ogni anno macina nella Capitale un giro da affari di svariati milioni di euro.

I NUMERI
Nell'anno appena concluso, sono stati sequestrati 1,1 milioni di oggetti tra quelli contraffatti e quelli venduti illegalmente. Nel dettaglio, la metà (530 mila) sono stati effettuati dal Gruppo Gssu, il Gruppo sicurezza sociale urbana. Il dato che più sorprende, però, è un altro. Lo scorso anno gli oggetti ma anche i capi di abbigliamento contraffatti che sono stati sequestrati sono stati 180 mila. Esattamente il 2.150 per cento in più rispetto al 2016, quando ad essere sequestrati furono soltanto 8 mila pezzi falsi.

Il maxi sequestro del Trullo è arrivato al termine di una lunga indagine condotta dai caschi bianchi, coordinati dal vicecomandante del corpo, Lorenzo Botta, che grazie alle intercettazioni e all'utilizzo di telecamere hanno avuto la certezza che in quel magazzino, alla periferia dell'XI Municipio, si stoccasse merce illegale da immettere sul mercato. Dalla ricostruzione dei vigili urbani, gli oggetti erano destinati alla piazza del Pigneto, uno dei maggiori centri di vendita di prodotti illegali dopo il Tridente.

IL VALORE
Si presume che il valore complessivo dei prodotti in termini di guadagni e di resa per i venditori ambulanti si aggirasse attorno ai 200 mila euro. Al termine delle operazioni sono stati identificati e denunciati per il reato di contraffazioni due cittadini extracomunitari provenienti dal Senegal. Con il nuovo anno, ma già anche sulla scia delle verifiche condotte nei mesi precedenti, è cambiato da parte della polizia municipale il modo con cui condurre la battaglia contro il commercio abusivo e illegale della Capitale.

CENTRI DI STOCCAGGIO
L'obiettivo, più che stanare i venditori sul territorio e sequestrare loro la merce, è risalire la filiera, individuando i centri di spaccio e di stoccaggio dei prodotti contraffatti. Un cambio di rotta seguente anche agli scarsi risultati sulla lotta all'abusivismo riportati in passato. Più banalmente, è il ragionamento che da settimane si porta avanti nel comando generale dei vigili urbani, intercettare l'ultimo anello della catena illegale, fermando i venditori e sequestrando loro la merce, non contribuisce in maniera significativa a sgominare il fenomeno, al contrario. Si disperde tempo e lavoro: fermare un ambulante due vole su tre equivale a bloccare il fenomeno per meno di 24 ore. Quello stesso venditore il giorno dopo è pronto a rifornirsi nuovamente e a tornare in strada per vendere prodotti illegali.

Così le verifiche e le indagini si sono spostate ai margini della città. In quei quartieri da via dell'Omo al Casilino, passando per la Togliatti, Marconi, in cui si presume che diversi capannoni siano utilizzati come base. Non a caso nei mesi scorsi a Casale del Drago o a Boccea, ad esempio, sono stati rinvenuti dei magazzini di stoccaggio e strumenti per la contraffazione tra cui macchine da cucine e presse industriali per imprimere i marchi su prodotti come giacconi e scarpe. «Non ci fermiamo solo al singolo venditore abusivo del centro storico spiega il vicecomandante Botta ma stiamo risalendo tutto il sistema della contraffazione». Le indagini proseguono ora, dopo il blitz di ieri per rinvenire i soggetti che «muovono le fila conclude Botta di questo mondo di illegalità di concerto con la Procura di Roma». Un fenomeno che è tutt'altro che marginale. Almeno stando ai numeri dei sequestri avvenuti nel corso del 2017 e sottolineati ieri via Facebook anche dall'assessore al Commercio del Comune, Adriano Meloni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA