Candidature Pd: chi scende e chi sale. Boschi forse

Matteo Renzi e Maria Elena Boschi
di Federico Fabrizi
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Martedì 2 Gennaio 2018, 14:01
PERUGIA - Un mese di tempo, otto nove caselle da coprire e un paio grane per cui non basterebbero neanche i caschi blu dell’Onu. Pronti, via: ecco il mese di gennaio del Pd umbro. I dossier più intricati: Terni, Umbertide e Spoleto. Se ne parlerà già da giovedì.
Primo, vista l’aria che tira, il Pd umbro considererebbe la rielezione di nove parlamentari dal Cuore verde qualcosa di simile alla vittoria della Champions League. Si parte dai numeri: quelli del voto per la Camera nel 2013 raccontano di un Partito democratico a quota 32,1 per cento (32,2 nel Comune di Perugia e addirittura 33,3 a Terni). In valore assoluto un totale di quasi 169mila voti. Percentuali che oggi varrebbero Champions e pallone d’oro insieme. Per capire: dalla circoscrizione Umbria del proporzionale usciranno sei deputati, quote nell’ordine del 33 per cento varrebbero giusti giusti due eletti sue sei, che sommati ai tre collegi dell’uninominale farebbero cinque deputati, cioè la stessa cifra di questa legislatura. Giovedì la segreteria regionale dei dem inizierà a parlare di candidature. Nomi da incrociare con le caselle. Con tre prescrizioni, da nord a sud: Umbertide è un ring da tutti contro tutti e chiunque entra rischia di prenderle, a Spoleto il congresso è finito ed è iniziata una partita di wrestling, a Terni è dura trovare volontari. Nella fascia più sicura, tra gli uscenti, sono sistemati Marina Sereni, Gianpiero Bocci, Walter Verini e anche Anna Ascani. La Sereni, vicepresidente della Camera uscente, è l’unica ad aver superato i 15 anni in Parlamento, quindi a regola di statuto ha bisogno di una deroga per la ricandidatura. Che succederà? Semplice: nessuno ha intenzione di negargliela. Bocci - il lavoro di sottosegretario agli Interni in cima al curriculum come ultima esperienza - pare destinato ad un collegio uninominale. Possibile alla Camera, ma qui siamo ai rumors. Walter Verini (dna veltroniano) e Anna Ascani (per capire chi è chiedere alla redazione di Forbes che un paio di anni fa l’aveva inserita tra gli under 30 più influenti nella politica europea) hanno carte d’identità e storie diverse, ma una cosa in comune: sono entrambi di Città di Castello. Guai a parlare di derby, ma certo la geografia merita il suo spazio. Avanti nella lista: Valeria Cardinali e Gianluca Rossi prima di fare i senatori hanno fatto gli assessori a Perugia e Terni. Questo conta quando c’è da confrontarsi con un sistema come il rosatellum. Ma tutti e due sono orlandiani. Posto che i collegi uninominali ternani sia alla Camera che al Senato sono i più tosti, Rossi potrebbe sentirsi dire una frase del genere: «Te la senti?». Oggi tra i meno quotati c’è Nadia Ginetti, ma non va dimenticato che cinque anni fa la ex sindaco di Corciano venne indicata da Matteo Renzi tra i candidati della sua corrente a cui abbuonare le primarie, ed è finito di diritto nell’elenco di quelli in bilico anche Giampiero Giulietti. Scusanti a parte, l’ex primo cittadino di Umbertide paga la crisi esplosa nel “suo” Comune con tanto di commissariamento (altro servizio a pag. 36 ndr). E se tornasse a vestire la fascia tricolore? Ma non è ancora decaduta la possibilità che l’Umbria - nei posti buoni del proporzionale - si trovi a far spazio a qualcuno in arrivo da fuori. Maria Elena Boschi era un’ipotesi, ora la sottosegretario alla Presidenza del Consiglio pare più vicina alla sua Toscana, ma Perugia è abbastanza vicina da restare un’alternativa possibile. Non solo, non c’è soltanto il Pd ma anche gli alleati. Qualcuno ha chiesto al consigliere regionale socialista Silvano Rometti?
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