Roma, il duello sui tempi tra Campidoglio e Mise: «Risposte entro Natale». «Orizzonte lungo»

Roma, il duello sui tempi tra Campidoglio e Mise: «Risposte entro Natale». «Orizzonte lungo»
di Lorenzo De Cicco
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Domenica 26 Novembre 2017, 09:30
È una questione di soldi, certo, ma anche di tempi. Tempi striminziti, per il Campidoglio; prolungati, anche oltre l'orizzonte di questa legislatura ormai agli sgoccioli, per Calenda, che vorrebbe lasciare «in eredità» il Tavolo per Roma a chi prenderà il suo posto al timone dello Sviluppo economico. «Ma noi sui fondi aspettiamo una risposta entro Natale», ragionano nell'entourage di Virginia Raggi e il motivo di tanta fretta è presto spiegato: la giunta grillina di Roma ha appena varato il bilancio previsionale dei prossimi tre anni e la manovra finanziaria della Capitale verrà incardinata in queste settimane nell'iter di approvazione, una trafila che passa dai municipi alla commissione Bilancio, fino all'approvazione finale in Assemblea capitolina. Con la scadenza di legge del 31 dicembre. Ecco perché entro quella dead-line - anzi, possibilmente con un certo anticipo - a Palazzo Senatorio sperano di ricevere buone nuove dal governo. E soprattutto di avere «risorse certe» da poter infilare all'ultimo nel bilancio, per dare ossigeno ad investimenti fin qui necessariamente scarni per via della spending review.

OBIETTIVI DIVERSI
La trattativa sull'asse Campidoglio-Via Veneto, dove ha sede il dicastero del Mise, quindi è questione anche di calendario. Del resto in pochi lo sanno ma il primo, vero, vertice operativo del Tavolo per Roma, dieci giorni fa, è stato spostato per ragioni, come dire, scaramantiche: la data scelta in prima battuta era quella del 17 novembre, ma poi ci si è accorti che si trattava di un venerdì. Venerdì 17. E con un occhio alla Smorfia più che alle agende istituzionali, si è pensato che non era aria, meglio rinviare. Stavolta in ballo c'è la buona sorte dell'iniziativa lanciata dal ministro Calenda per arginare il declino della Città eterna e la fuga delle imprese; iniziativa che in Campidoglio sperano di convertire in fondi extra per sanare le tante ferite della Capitale. Ecco perché ieri la sindaca, ospite di Maria Latella su Sky, ha detto che «il mio dovere è soprattutto capire quanti fondi il ministero metterà a disposizione per considerare il nostro bilancio».

Dall'altro lato del Tavolo, la prospettiva è diversa. L'organismo non è stato pensato per distribuire contributi a pioggia - e a fondo perduto - su Roma e la sua amministrazione. Ma per unire gli sforzi nel pianificare la strategia di rilancio della Capitale «che versa in condizioni pietose», come ha detto il ministro dello Sviluppo ieri nell'intervista pubblicata su queste colonne. Tanti progetti vagliati in queste settimane - dall'«hub della farmaceutica» al centro di eccellenza per i satelliti - hanno tempi dettati da scadenze nazionali. Stesso discorso per il fondo per il credito alle imprese (Roma avrà 10 milioni che permetteranno di agevolare 100 milioni di credito) che passerà da un bando. Per il Mise, in sostanza, questa partita è troppo grande per poter essere tarata sullo scadenzario della burocrazia comunale di Roma.

Va capito se si troverà un punto d'incontro tra le due visioni; per ora tutti gli attori istituzionali di questa partita ripetono «andiamo avanti». Uno sforzo che dovrà concretizzarsi nei tavoli tecnici delle prossime settimane, ma soprattutto negli atti amministrativi. Per dire: fino a qualche giorno fa i tecnici del Campidoglio non sapevano spiegare come mai il Comune non avesse ancora stanziato appena 5 milioni di euro, soldi necessari per sbloccare la prima tranche un cofinanziamento del governo ben più sostanzioso: 220 milioni per comprare 520 nuovi bus.
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