Virgilio, dossier dei prof al ministero:
«Docenti ostacolati dai genitori»

Virgilio, dossier dei prof al ministero: «Docenti ostacolati dai genitori»
di Camilla Mozzetti
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Martedì 21 Novembre 2017, 00:09 - Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 12:53

Alcuni genitori del Virgilio hanno minimizzato. L’occupazione di metà ottobre, le feste a base di alcol e droga derubricate a «bravate di adolescenti». Che in fondo, uno spinello «è meglio fumarselo dentro scuola che in strada». Secondo un documento inviato al ministero dell’Istruzione dai prof della scuola e relativo alla valutazione del liceo non sarebbe proprio così. Al contrario, nel report arriva un giudizio tranchant: «A volte le famiglie giungono a delegittimare la funzione istituzionale della scuola».

Si attesta, in sostanza, l’esistenza di genitori pronti a giustificare – sempre e comunque – i figli, piuttosto che riconoscere il ruolo degli insegnanti. Nel giorno in cui la Questura di Roma e i carabinieri incontrano la preside e i docenti, stabilendo di attivare nei prossimi giorni dei controlli antidroga con unità cinofile di fronte all’istituto di via Giulia per appurare il consumo di stupefacenti tra i ragazzi, è necessario far chiarezza su cosa sia davvero il Virgilio. Qual è l’anima di questo istituto? Il dossier è scaricabile dalla pagina “Scuole in chiaro” del ministero dell’Istruzione. Le famiglie dei “virgilioti” non ci fanno una bella figura. Men che meno gli studenti.

IL DOCUMENTO
Si tratta di un pdf di 115 pagine che, alla stregua di una radiografia, passa ai raggi X la “coscienza” del liceo. È il “Rav”, il Rapporto di autovalutazione, uno strumento istituito nel 2015 dall’ex ministro Stefania Giannini che serve a fotografare nel suo complesso un istituto superiore. A redigerlo sono i presidi e i professori. Ma il documento viene poi convalidato dal Miur che lo rende pubblico. Ebbene, in quelle pagine fitte, piene di analisi sui rendimenti degli studenti e sulla qualità dell’insegnamento, c’è anche l’analisi umana e sociale dei ragazzi e delle loro famiglie. 

Le stesse famiglie che in questi giorni o tacciono per paura di ripercussioni sui propri figli o gridano allo scandalo, accusando la preside, Carla Alfano, di aver deliberatamente – e senza motivo – creato un “caso mediatico” che getta discredito sul Virgilio. Proprio questi genitori sono stati così definiti nel rapporto relativo al 2017: «A volte – si legge nel documento – le famiglie non supportano il ruolo valutativo e di controllo che è proprio della Scuola, giungendo in qualche caso a delegittimarne la funzione istituzionale e ostacolando in tal modo la crescita serena e consapevole dei propri figli». Non solo «Va precisato che a volte si fatica ad ottenere un’azione educativa congiunta scuola-famiglia anche sul terreno della valutazione degli apprendimenti». In sostanza, a volere tradurre quest’ultimo passaggio, non di rado succede che qualche genitore si inalberi contro i docenti perché il figlio ha preso un brutto voto o è stato sgridato. Non a caso, infatti, prosegue il report, «L’irrogazione di sospensioni, nel complesso inferiore ai dati dichiarati da altre scuole, conferma le circostanze qui esposte». 

REGOLE DISATTESE
I precetti, del resto, quelli sanciti dal Regolamento d’istituto «sono spesso disattesi per una diffusa volontà di contestazione dell’Istituzione scolastica e pubblica in generale, manifestata da una parte della popolazione studentesca che frequenta il Liceo». Da una parte – sia chiaro – di studenti che non rappresentano la totalità ma tengono in pugno l’intero corpo studentesco. Circa l’80 per cento degli alunni ha lamentato difficoltà relazionali e benché in questi giorni il collettivo abbia più volte ricordato come i nuovi rappresentati siano stati eletti con un plebiscito, molti studenti accusano: «Nessun altro, rispetto ai candidati vincitori, si è potuto presentare alle elezioni». Viva l’unità degli studenti. E l’onestà morale di alcuni genitori.

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