Renzi sfida la sinistra radicale su programma e alleanze

Renzi sfida la sinistra radicale su programma e alleanze
di Marco Conti
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Martedì 14 Novembre 2017, 16:24 - Ultimo aggiornamento: 19:16

“Per anni ho detto che l'Italia sarebbe ripartita a condizione di fare le riforme e smetterla con la rassegnazione. All'inizio della legislatura il PIL era a meno 2, adesso sfiora più 2 se guardiamo i dati usciti stamattina (il coraggio paga). Non ci credevano in tanti, mi davano del folle ottimista. Ma il tempo è un signore distratto che prima o poi ristabilisce la verità. Con la stessa forza con cui dicevo che saremmo ripartiti, dico adesso che il meglio deve ancora venire. Che il milione di posti di lavoro è solo l'inizio. Che l'Italia può guidare il rilancio dell'Europa”. Matteo Renzi risale sul treno “Destinazione Italia” e riprende la campagna elettorale con lo stile che lo contraddistingue. Nella sua Enews rivendica ciò che hanno fatto il suo governo e l’attuale senza nessuna abiura o autocritica come invece gli sollecita la sinistra radicale. Ciò non toglie che la disponibilità ad allargare il perimetro dell’alleanza e a discutere su come migliorare alcune riforme - compresa quella sul mercato del lavoro - mostrata ieri dal Pd al termine delle direzione, pone problemi di contenuto agli scissionisti e a tutti coloro che puntano a costruire un quarto polo a sinistra del Pd.

Dopo il “tutte chiacchiere”, di ieri il primo a replicare alle avances del Pd sul merito è Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana: “Il problema , per quanto ci riguarda non sono le persone o un qualche sentimento di rancore, nemmeno Renzi è un problema. Il problema sono le politiche di Renzi e del Pd che sono a nostro avviso incompatibili con una prospettiva di cambiamento che questo Paese avrebbe bisogno”. Per sapere se questa stessa “incompatibilità” radicale tra il programma del Pd è anche di Mdp e di Campo Progressista, occorrerà attendere ancora qualche giorno. La distanza tra la sinistra radicale e la sinistra riformista è infatti destinata a riemergere quando si comincerà a discutere di Europa, mercato del lavoro, investimenti e fisco. Così come accadde nel 2007 quando l’allora ministro Bersani propose la famosa lenzuolata di liberalizzazioni.

 

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