Quando è entrata in contatto con Trump junior, Wikileaks aveva già ricevuto e caricato da circa due mesi sul proprio sito i documenti che i pirati informatici russi avevano derubato a Hillary Clinton e al partito democratico.
Lo scambio di messaggi fra Wikileaks e Donald Trump junior, fra settembre 2016 e luglio 2017, sembra essere stato in massima parte unilaterale, dall’associazione al figlio del candidato. Qualche volta però Trump junior risponde, magari con un laconico “Grazie”. E comunque dall’analisi del comportamento della campagna, appare chiaro che in certe occasioni, pur non rispondendo, Trump e i suoi colleghi accolgono i consigli del gruppo.
Alan Futerfas, l’avvocato che difende Donald Trump junior, ha reagito subito alla ricostruzione del The Atlantic: “Nel corso degli ultimi mesi abbiamo lavorato e cooperato con tutte le commissioni e abbiamo presentato su loro richiesta migliaia di documenti. Mettendo da parte la questione che questi documenti sono stati consegnati al Congresso con la promessa di confidenzialità e invece sono trapelati, possiamo dire con fiducia che i dubbi e le domande che questi possono sollevare hanno già ricevuto risposta nelle sedi appropriate”.
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