MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Hamilton, veloce e affidabile, un campione imbattibile

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Venerdì 3 Novembre 2017, 03:36
Il presidente Marchionne è contento lo stesso. Come potrebbe non esserlo con l’azione che ha sfondato il tetto dei cento euro mettendo la freccia anche nel settore del lusso. A breve verranno resi noti i risultati della trimestrale e tutto lascia presagire che la locomotiva rossa continui a correre. In F1, però, il top manager sperava in un finale diverso. Non necessariamente vincente, ma almeno in grado di mantenere i tifosi incollati davanti al video fino all’ultima bandiera a scacchi. Alla vigilia del GP d’Italia le premesse per infilzare finalmente la corazzata Mercedes c’erano ancora tutte. Poi qualcosa si è inceppato nel formidabile recupero del Cavallino che in più di un’occasione aveva dato l’impressione di poter contare sulla monoposto migliore.

Forse non era così, ma non sarà facile avere la controprova poiché nella F1 attuale le forze in campo si misurano solo con i risultati e la Ferrari che ha perso vigore ha sicuramente invitato i rivali a non spingere al massimo per salvaguardare, non solo le gomme, anche le power unit e le trasmissioni. A Maranello la catena di comando è solida e la squadra resta compatta, ma alcune vicende hanno creato turbolenze all’interno dell’avveniristica sede della gestione sportiva. Gli uomini li ha scelti il Presidente, tecnici e piloti, e li ha sempre difesi anche se alcune volte i silenzi del numero uno hanno esternato più delusione delle parole forti. Vettel in Messico è stato sportivo: per primo si è congratulato con il suo eterno rivale Hamilton facendolo già in pista, quando i due fenomeni erano ancora legati nei bolidi.

Vincere il titolo contro Lewis e la Freccia d’Argento non era affatto facile, ma nell’ultimo terzo di stagione la superiorità di Stoccarda è stata netta, mentre a Maranello si devono dividere gli errori fra ingegneri e piloti per giustificare l’amaro digiuno, con l’ultima vittoria che risale a prima delle vacanze. Da allora solo delusioni con Hamilton che ha vinto 5 gare e altre 2 se le è prese Verstappen, il pilota del futuro, ma anche quello del presente. Velocissimo e affidabile, cinico e coraggioso, audace, ma sempre corretto. Si fa fatica a capire come i due top team si siano lasciati sfuggire un tipo del genere (Marko lo ha convinto a firmare per altri due anni con Red Bull) confermando i due pallidi finlandesi che sono dei buoni piloti, ma non sembrano fuoriclasse.

In Ferrari Vettel non è stato impeccabile, anche se non si può imputare a lui il Mondiale sfumato visto che in Malesia è dovuto partire in fondo e in Giappone è stato costretto addirittura al ritiro. L’affidabilità del Cavallino non ha fatto una bella figura e Marchionne ha dato subito disposizioni di migliorare il controllo qualità dei fornitori. In squadra, però, c’è anche qualcuno che pensa agli scivoloni di Seb: dall’inutile fallo di reazione in Azerbaijan alla partenza arrembante di Singapore, dallo scontro con Stroll dopo la bandiera a scacchi di Sepang alle ruotate della prima chicane messicana. Se fosse stato veramente un Campionato all’ultimo chilometro i rimpianti sarebbero tanti.

«Se non sapessi che è tedesco, penserei che è un pilota dell’Italia del Sud», ha apostrofato con affetto il Presidente che nel 2018 pretenderà più rigore. Raikkonen è un capitolo a parte; è vero che ha il gradimento del caposquadra Vettel, ma quest’anno non ha veramente mai graffiato. È andato bene a Montecarlo e in Ungheria dove la SF70-H volava e il Cavallino ha fatto doppietta, ma per il resto ha quasi sempre deluso. Poco il contributo nella classifica Costruttori, ma il Kimi di quest’anno ha fatto vedere di poter aiutare poco anche Sebastian in quella Piloti. Infine il futuro, le regole dopo il 2020.

Marchionne ha un patto di ferro con Zetsche della Mercedes e non vogliono certo tornare indietro sulla tecnologia. Arrivabene ha già lanciato una freccia a Liberty Media, il Presidente, in sintonia, ha allungato il ramoscello d’ulivo: «Noi facciamo le cose per bene e siamo pronti al dialogo, ma la F1 deve restare uno sport altrimenti la Ferrari potrebbe perdere interesse...».
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